Cultura e Spettacoli

La donna segreta di Arnaldo Mussolini

Un libro racconta la sua relazione col fratello del Duce. Attraverso le lettere spedite a un'amica lo spaccato dell'ascesa del fascismo in Italia dal punto di vista femminile

La donna segreta di Arnaldo Mussolini

Fu la donna di Arnaldo Mussolini, l'adorato fratello del duce e oggi la sua figura riemerge grazie a un libro: Maddalena Santoro e Arnaldo Mussolini: la storia d'amore che il duce voleva cancellare. Pubblicato dalle edizioni del Sud.

Maddalena Santoro non fu solo vicina ad Arnaldo, ascoltatissimo fratello di Benito Mussolini, che guidò, per certi versi, l'ascesa del capo del fascismo e le scelte politiche, fu direttore del Popolo d'Italia e responsabile della scuola di mistica fascista. Santoro fu anche una importante figura intellettuale nel panorama pugliese del primo novecento e nel libro di Nicola Fanizza vengono messe in luce le sue qualità raccontando il carteggio intercorso tra la donna e l'amica Caterina Tanzarella, ostunese, coetanea e compagna di liceo.

Nelle missive che le due donne si scambiarono emergono non solo le storie delle rispettive famiglie, ma anche l'ascesa come scrittrice di Maddalena Santoro e il suo impegno tutto al femminile per l'emancipazione culturale della donna. Questa sua inclinazione sarà premiata con un posto da redattrice nella casa editrice Alpes, la stessa che Arnaldo Mussolini rilevò e che pubblicherà il primo romanzo di Alberto Moravia, "Gli Indifferenti".

Santoro rivela all'amica l'intreccio che la lega ad Arnaldo Mussolini, ma la storia d'amore vivrà periodi difficili e tormentati. Arnaldo Mussolini era già sposato e padre di tre figli. Fino alla morte prematura del fratello del duce, nel 1931. Dopo la morte di Arnaldo,

Maddalena Santoro fu sottoposta a un regime di ferreo controllo da parte della polizia politica fascista. Questo contribuì non poco ad acuire il dolore già vivo dopo la scomparsa di Arnaldo. Santoro continuerà a scrivere novelle e articoli fino a poco prima della morte.

Si spense per una grave malattia nel 1944.

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