Cultura e Spettacoli

La scrittrice che vende senza l'aiuto dei salotti

La scrittrice che vende senza l'aiuto dei salotti

Quando l'ho visto al primo posto della classifica di Amazon ho gridato al miracolo. Ma come, primo in classifica un libro di Costanza Miriano, scrittrice che non viene invitata da Fazio, che non viene lodata da Repubblica né dal Corriere, che non viene chiamata a partecipare non dico allo Strega ma nemmeno al Campiello o al Viareggio o al Mondello? Qui soprannaturale ci cova, mi sono detto. Ci sarà stato un intervento dall'alto anzi dall'Altissimo: evento raro eppure del tutto plausibile conoscendo la devozione dell'autrice. Vuoi vedere che Obbedire è meglio, pubblicato come i due libri precedenti da Sonzogno, finirà in vetta alla classifica generale, quella che comprende Amazon e non Amazon, internet e librerie? Poi mi sono informato meglio e ho capito che per arrivare al primo posto della classifica generale c'è ancora parecchia strada. Alla Feltrinelli di Pisa una cliente si è sentita rispondere: «Noi non teniamo questi libri». E possiamo immaginarci la faccia schifata della commessa.
In un consesso democratico Costanza è considerata incitabile e i suoi libri intoccabili, manco fossero il Mein kampf. Bastano i titoli per comprendere il problema: Sposati e sii sottomessa, Sposala e muori per lei, e adesso Obbedire è meglio. Fa niente che il primo derivi direttamente dalla Lettera degli Efesini: al culturame tutto i cattolici piacciono solo se dialoganti e quindi sulla via dell'apostasia. Guai a parlare di decalogo e di peccato, e guai a evocare quell'omofobo di San Paolo. Comunque Costanza non piacerebbe nemmeno se non fosse così arcicattolica, siccome a parte la sua mistica dà fastidio la sua tecnica: «Ho capito che c'è un solo modo per essere felici: essere agnelli. Prendere su di sé anche il male degli altri, oltre al proprio, non entrare in risonanza con la malignità». Un libro dalla parte dei doveri, sui quali si fondano le famiglie e le nazioni ma che oggi nessuno si fila, anziché da quella dei diritti, che disfano le nazioni e le famiglie e che non a caso eccitano le minoranze più rumorose, prevaricanti e di potere. Se davvero questo libro vende tante copie, mi sono detto, allora c'è una speranza per l'Italia, l'Europa, l'Occidente, il mondo. I coniugi smetteranno di divorziare, obbedendo invece allo Spirito Santo che li ha uniti in sacramento, i litiganti smetteranno di litigare, i lamentosi smetteranno di lamentarsi, eccetera. «Noi dobbiamo cucinare con quello che abbiamo in frigo» è la regola aurea di un'autrice che senza esplicitarlo ha scritto un libro coraggiosamente antifemminista, antigenderista, anti tutti gli ismi che hanno distrutto la vitalità (demografica, economica, artistica) del nostro popolo. Obbedire alla propria realtà, alla propria vocazione, al proprio marito, alla propria moglie? Che diamine, ha ragione il culturame a tenerlo fuori dai loro templi del libro innocuo, questo è un testo pericoloso, potrebbe turbare una clientela cresciuta nel conformismo della trasgressione, per la quale l'obbedienza risulta quanto di più inaudito. Le pagine della Miriano devono avere molto turbato Pierluigi Battista che recentemente ha dedicato un libro ai roghi dei libri ma si è guardato bene dal fare l'esempio più recente: la fatwa ateista contro Cásate y se sumisa.
L'anno scorso Pp, Psoe e Izquierda (destra e sinistra unite nella lotta contro la libertà di religione e di espressione) hanno chiesto in parlamento il ritiro dalle librerie della traduzione spagnola di Sposati e sii sottomessa, sollevando un caso enorme di cui in Italia si è saputo pochissimo. Finora nessun partito si è scagliato contro Obbedire è meglio ma nutro speranze.
Metti che Grillo si accorga di questo elogio della mitezza e decida di ringhiargli contro. Basterebbe una stroncatura nel suo blog e la curiosità e le vendite esploderebbero. Oppure che le quoterosiste del Pd leggano il passaggio dedicato all'amica che l'autrice considera un modello da seguire: «Quando il marito le risponde male riesce miracolosamente a sospendere il giudizio, non comincia a chiedersi dove ha sbagliato, o se sia lui a sbagliare, non si chiede niente. Sta lì, semplicemente».
Sarebbe divertente sentirle strepitare contro un libro la cui unica colpa è istigare alla non violenza, in casa e fuori.

Preziosissimo.

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