P er parafrasare uno slogan a lungo di moda in Italia, discriminare un negazionista non è un reato. David Irving è conosciuto per aver sostenuto tesi scioccanti, a esempio l'inesistenza delle camere a gas nei lager nazisti, costruite quindi dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Idee ampiamente screditate dal punto di vista storico per le quali Irving è stato processato più volte, arrestato in Austria, bandito dalla Germania. È di questi giorni la notizia che l'autore de La guerra di Hitler, allo scadere del divieto, vorrebbe tenere una conferenza a Berlino. Un importante associazione di albergatori ha fatto sapere che nessuno, nella capitale tedesca, metterà una stanza a disposizione di chi ritiene l'Olocausto una truffa. A questo punto ci saremmo attesi i commenti di chi, ogni giorno, si indigna (spesso a ragione) per la discriminazione di qualsiasi minoranza. Niente. Sui giornali, a parte il nostro, nemmeno un trafiletto in cronaca, nonostante il caso sia rimbalzato su tutti i siti di news con una certa evidenza. Si vede che l'indignazione vale solo per alcune categorie di discriminati.
Troppo facile spendersi quando si è certi di portare a casa l'applauso del lettore politicamente corretto. Cari editorialisti illuminati, dimostrate di credere in quello che scrivete, prendete posizione in favore della libertà di parola di David Irving, trovategli un letto a Berlino.Se discriminare un negazionista non è reatoil commento 2
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