«La sentenza è l'atto finale di una persecuzione iniziata vent'anni fa». «Questa non è più democrazia»

Questa vergognosa sentenza conclude la lunga marcia intrapresa circa vent'anni fa dalla magistratura politicizzata, e quindi per ciò stesso corrotta, per eliminare Berlusconi dalla scena politica italiana. Questi 20 anni certificano come l'Italia, dal dopoguerra, sia dominata dalla sinistra che utilizzando a proprio uso e consumo un corrotto ordine giudiziario ha messo infine a segno il suo golpe antidemocratico. I tanti cretini che gioiranno per questa sentenza sono così cretini da non capire che in un Paese corrotto non c'è avvenire per i giovani, né vita dignitosa per le persone per bene.
Trepuzzi (Lecce)
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Berlusconi condannato perché sapeva che alcuni fondi qualcuno di Mediaset li «stipava» all'estero. Lui, essendo un uomo anormale (che sia venuto da Marte?) ha sempre saputo, sa, e saprà sempre tutto di tutti, dalle ore zero alle ore ventiquattro, trecentosessantacinque giorni l'anno. Mica come altri manager o capipartito, specialmente quelli che spasimano a sinistra, i quali, essendo esseri umani normali, talvolta possono «non sapere».
Luigi Fassone
Camogli (Genova)
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Allora ciò che temevo si è avverato. Voglio sentire che cosa decide di fare Berlusconi. Per me non si può più stare zitti e subire le prepotenze delle cosiddette istituzioni.
Hans Dejaco
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Il programma di vita di Silvio Belusconi è stato scritto molto tempo fa. Questo è solo uno degli ostacoli che già sapeva avrebbe trovato sul suo cammino. Non lo fermeranno. La meta gli è chiara!
Oreste Cirelli
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Sentenze da rispettare? Mica tanto. La Suprema Corte conferma i quattro anni a Silvio Berlusconi e c'è fibrillazione nel nostro Paese. Accanimento, magistratura politicizzata. Ma perché? La Cassazione è in malafede? Cosa c'è che non funziona nelle toghe? Se la risposta è disfattistica, addio credibilità. Secondo me, urge la riforma della Giustizia. Ma come mai i governi che si sono alternati in questi ultimi anni non hanno provveduto a mettere mano a questa materia? Le sentenze sono anche il frutto di questa incapacità di riordinare gli organi di giurisdizione.
Fabio Sìcari
Bergamo
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Sono dispiaciuta per la sentenza della Cassazione che colpisce Berlusconi e mortifica i milioni di italiani che lo hanno votato. In questo momento di grande amarezza ascolto il messaggio di Silvio Berlusconi: è un invito accorato a non lasciarsi abbattere, a superare la crisi, a credere ancora di poter fare un'Italia migliore. Sarà così, gli italiani che lo stimano sono tanti, si vedranno alle urne.
Piera Murgia
Milano
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La Magistratura finalmente riesce a condannare Berlusconi colpendolo forse nel suo maggior punto di forza, quello delle imprese e di Mediaset, sua creazione che ha dato lavoro a migliaia di famiglie. Il Corriere della Sera definisce quella della Cassazione «saggezza». Invece ha vilipeso una persona condannando così un intero mondo, un Paese, un popolo. L'Italia è imbelle e corrotta. E Silvio Berlusconi se n'è sempre accorto e ha sempre esercitato il suo potere e la sua ricchezza straguadagnati per combattere tale corruzione. Ma è stato punito. Ma non ci sta, e noi ci aggreghiamo e continueremo a sostenere la sua forza di volontà e gli ideali di libertà e di democrazia che rappresenta.
Roberta Bartolini
Genova
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È vero, tutta la sinistra gongola ma a me interessa poco. A questo punto mi vergogno veramente di essere italiano. Un Paese dove i giornalisti vengono condannati perché esprimono un'opinione, un Paese dove l'avversario politico viene eliminato sbattendolo in galera: questa è dittatura caro presidente Napolitano. Mi auguro che tutto il Pdl abbandoni il Parlamento.
Luigi Poppi
Bergamo
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Le tre sentenze fotocopia emesse dalla magistratura contro Berlusconi sono la cartina di tornasole che asseverano l'inutilità della difesa nei processi, quando alla sbarra vi sono personaggi invisi o politicamente avversi. Gli avvocati di Berlusconi avevano presentato una novantina di eccezioni da valutare. Ma la Cassazione le ha rigettate in toto confermando, nella sostanza, la condanna inflitta fin dal primo grado, salvo il contentino della rivalutazione della pena accessoria. Gli italiani ormai sono convinti che ci troviamo in una vera e propria emergenza istituzionale, dove un potere, quello giudiziario, si è posto in posizione di preminenza rispetto agli altri. La politica, cui spetta l'onere di legiferare, si rende conto che è giunta l'ora di ripristinare quei contrappesi istituzionali per evitare che la nostra democrazia diventi un'oligarchia?
Angelo Trotta
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Il 1º di agosto 2013 sarà ricordato come un altro giorno di vergogna per il nostro Paese. Si è usato il solito sistema italico, un colpo al cerchio e uno alla botte e nulla è stato detto circa quei giudici dell'appello che non hanno voluto ascoltare i testi presentati dalla difesa poiché avevano «idee ben chiare» e, forse, anche la sentenza in tasca. Che dire della messa in stato di accusa del presidente della Repubblica Leone? Del caso Tortora? Di Tangentopoli che non sfiorò nemmeno il Pci? Dell'avviso di garanzia nel 1994 ricevuto dal premier Berlusconi a Napoli quando era già stato pubblicato sul Corriere della Sera? Dell'arrogante quanto antidemocratico «non ci sto»? Dell'insabbiamento delle indagini sulla «Missione Arcobaleno»? Della questioncina di Mps di cui i vertici del Pd «potevano non sapere»? Della telefonata «abbiamo una banca»? Dell0inchiesta a Bari per la questione sanità?
Leonardo Cecca
Rivalta (Piacenza)
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Ho «ammirato» su Rai News 24, dopo la sentenza su Berlusconi, una lugubre figura, a nome Gad Lerner, con barba di due giorni e volto sfatto e stracco, che era in stato di orgasmo comatoso per la gioia di vedere il Cavaliere condannato con l'accusa di frode fiscale.
Piero Casati
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Mala tempora currunt. Ma Silvio Berlusconi non è solo.

Un virtuale abbraccio e Forza Italia!
Gian Luigi e Luisa Molteni
Suello (Lecco)
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Ora finalmente abbiamo la certezza: siamo governati, e non da ieri, da una feroce dittatura comunista che ha gettato la maschera senza alcun pudore. Mi auguro solamente che i miei conterranei, tutti, lo capiscano e si regolino di conseguenza.
Renato De Giovannini
Torino

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