Cultura e Spettacoli

Solo tre opere: cosa aspettarsi dalla mostra di Cattelan

Dal 15 luglio 2021, all’Hangar Bicocca di Milano, c’è Maurizio Cattelan: “Breath Ghosts Blind”, la personale dell’artista che affronta concetti universali come la fugacità della vita, la memoria e il senso di perdita individuale e collettivo

Solo tre opere: cosa aspettarsi dalla mostra di Cattelan

Dal 15 luglio 2021, all’Hangar Bicocca di Milano, c’è Maurizio Cattelan: “Breath Ghosts Blind”. Curata da Roberta Tenconi e Vicente Todolì, la personale dell’artista è un progetto site-specific - nella tipica tradizione delle esposizioni all’Hangar - che affronta concetti universali come la fugacità della vita, la memoria e il senso di perdita individuale e collettivo. Una visione, quindi, della sua storia personale ma anche di quella di tutti noi, che attraversa tutti i momenti che scandiscono l’esperienza umana.

Questo riflette la poetica di Cattelan: il suo lavoro, da sempre affronta i grandi interrogativi dell’essere umano, su tematiche come la morte, il destino, la solitudine, l’assenza e il fallimento.

E il punto di partenza delle sue opere è sempre un’immagine: l’effetto che suscita, la lettura che ne viene data, l’accettazione che riceve anche quando ambigua e inquietante. Cattelan rielabora quest’immagine iniziale, e la porta a una tensione parossistica, con l’obiettivo di mettere in discussione il presente in cui viviamo.
Il percorso espositivo si sviluppa in tre atti, occupando l’architettura monumentale dell’Hangar Bicocca dalla Piazza, alle Navate e fino al Cubo, in una narrazione che ripercorre le fasi dell’esistenza umana.

Tre sole opere sono presenti, e ognuna ha come titolo una delle tre parole che compongono il nome della mostra. Due delle opere sono inedite, la terza è una rielaborazione di un’opera precedente dell’artista. Ovvero i piccioni: i “Turisti”, un tempo, ora ribattezzati “Ghosts”, qui facilmente visibili, ma che da questa prima sala si dipaneranno in tutto l’hangar, presenti ma quasi invisibili, seminascosti, aggrappati alle strutture in ferro.

Prima dell’ingresso delle navate troviamo “Breath”: un uomo, apparentemente un homeless, che dorme accanto a un cane. La fisionomia dell’uomo non lascia spazio ad ulteriori supposizioni: sembrerebbe trattarsi dello stesso Cattelan.

Le navate, apparentemente vuote ma, come dicevamo, piene di piccioni, ci conducono alla sala finale: il Cubo, dentro al quale si staglia un monolite nero, alto 17 metri, trapassato da un aeroplano: tra 2001 odissea nello spazio e l’11 settembre 2011. Si tratta di “Blind”, e sembra aprire a molteplici simbologie, non ultima quella legata alla tendenza alla cieca adorazione che caratterizza la storia dell’uomo sin dagli albori.

Tutto questo, fino a oggi, era top secret. Oggi possiamo vederlo, in un allestimento che vuole mettere in discussione l’attuale sistema di valori e proporre una riflessione sugli aspetti più disorientanti del quotidiano.

“Breath Ghosts Blind” e Maurizio Cattelan rimarranno all’hangar Bicocca fino al 20 febbraio 2022

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