Cultura e Spettacoli

È stato aperto al pubblico l’archivio di Albert Einstein

Ottantamila documenti sono stati digitalizzati e resi disponibili. Il progetto è stato realizzato dall'Università Ebraica di Gerusalemme

È stato aperto al pubblico  l’archivio di Albert Einstein

Scartabellare tra gli appunti e le lettere di un genio. Misurare le somiglianze tra lui e noi. Vedere come nascono le sue grandi intuizioni e magari sghignazzare dei suoi brutti disegnini annoiati. È una tentazione voyeuristica che prende quasi tutti, basta vedere le code che si formano quando vengono messi in mostra gli scritti di Leonardo. Ma solitamente l’accesso a questo tipo di documentazione è riservato a professoroni che, sorvegliatissimi e in guanti bianchi, esaminano le carte in fondazioni e archivi super protetti. Ora a questa curiosità, almeno per quanto riguarda Albert Einsten, sarà possibile dare libero sfogo in maniera molto più semplice.

Migliaia di documenti del suo archivio, conservato presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, sono stati digitalizzati e resi disponibili sul sito www.alberteinstein.info. Il progetto per mettere online l’archivio del padre della relatività è stato realizzato dall’Università Ebraica di Gerusalemme, insieme all’organizzazione «Einstein Papers Project» di Pasadena e alla Princeton University Press, editore delle opere dello scienziato. Si tratta di una massa di documenti sterminata. Di cui da ieri mattina è visibile, sul sito, una gallery d’assaggio. Tra i pezzi forti, cliccatissima, c’è la pagina scritta a mano dove compare per la prima volta la rivoluzionaria equazione che ci dice che l’energia è uguale alla massa per la velocità della luce alla seconda. Non mancano, poi, materiali relativi alla sua vita privata, alle sue idee politiche e religiose.

Sul versante più «intimo» - anche se è poco noto, lo scienziato era uno sciupafemmine: «preferisco i vizi silenziosi alle virtù pretenziose...». Spiccano le 24 lettere d’amore scambiate con la sua seconda moglie, Elsa, mentre era ancora sposato con Mileva, la prima, e biglietti inviati e ricevuti da altre amanti. Non manca una missiva ricevuta da una bambina di sei anni che suggerisce un bel giro dal barbiere: «Caro signor Einstein... Ho visto una sua fotografia su un giornale. Credo che dovrebbe tagliarsi i capelli, così starebbe meglio». E tra gli altri documenti ce n’è anche uno che dovrebbe sfatare una leggenda: le famose insufficienze di Einstein in matematica. C’è la sua pagella del 1876, tutti voti alti (la scala andava dall’1 al 6 e il voto più basso è un 3 in francese, in fisica e matematica prese il massimo). Sul versante pubblico sono state rese note alcune lettere praticamente sconosciute. In una il fisico scrisse all’editore Falastin per proporre di creare un «Consiglio segreto» per arrivare a una soluzione del conflitto tra arabi e israeliani. Einstein immaginava un gruppo di otto ebrei e arabi - un fisico, un giurista, un sindacalista e un religioso per entrambe le parti - da far incontrare ogni settimana in segreto.

Quando l’archivio sarà completo saranno visibili oltre 80mila documenti. Finora sono stati messi online solo quelli datati fino al 1922. Certo, la gran parte del materiale, agli studiosi è già nota. Ma in una messe simile può darsi che qualche novità salti fuori.

Soprattutto sulle due questioni su cui i biografi litigano di più: la posizione di Einstein rispetto alla religione e rispetto alla bomba atomica.

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