
L’imperatore è tornato. Il fascino immortale di un grande romanzo tradotto sulla scena. Il peso, la «densità», il fascino di uno degli ultimi mattatori. L’affiatamento tra un attore e un regista in un viaggio in perenne rinnovamento. Da martedi 19 febbraio a domenica 17 marzo, al Teatro Parioli Peppino De Filippo di Roma, torna sulla scena uno degli spettacoli-evento per eccellenza: Giorgio Albertazzi in Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar con la regia di Maurizio Scaparro. Una autobiografia immaginaria che la scrittrice dedica ad Adriano, imperatore a Roma dal 117 al 138 d.C., diventata opera teatrale ormai da 24 anni (la prima fu proprio a Villa Adriana) con Albertazzi straordinario protagonista.
«Non c’è stata sorpresa quando ci siamo ritrovati sul palcoscenico Giorgio e io, per riprendere il nostro discorso mai interrotto su Memorie di Adriano» spiega il regista. «Ci siamo guardati, abbiamo sorriso (c’è anche in noi un bel po’ di autoironia). Ma il sorriso era anche la consapevolezza di potere, forse dovere, trasmettere ancora le tante emozioni avute e talvolta date con le parole di Marguerite Yourcenar, fin dalla prima magica notte di Villa Adriana, e proseguite in tanti anni, a “intervalli irregolari” a Roma e in tanti teatri d’Europa. Ci siamo trovati così, forse senza saperlo, a costruire la “memoria” di queste “Memorie di Adriano”.
E la grande forza evocatrice della voce di Giorgio Albertazzi mi è parsa anche accresciuta di qualcosa che Ferdinando Ceriani, che mi è stato vicino in molte edizioni di queste “Memorie”, ha indicato come tenerezza, che è un termine che mi piace molto perché sottolinea il tanto necessario coraggio a dire parole come quelle di Marguerite Yourcenar». «E vuol dire per noi anche costante attenzione attenzione all’umano così lontano da un difficile vivere sociale che oggi sembra allontanarsi pericolosamente dalle parole guida di Adriano “humanitas, felicitas, libertas” (così uguali a Liberté, Égalité, Fraternité della Rivoluzione francese)» continua Scaparro. «Questa serenità di Adriano - Yourcenar nasce anche dal rimettere in discussione, se necessario, tutto, la vita, l’amore, la storia, i nostri stessi luoghi di origine, le nostre lingue.
E il rimettere in discussione tutto, proprio dei grandi rivolgimenti del nostro mondo, ci appare simile a quello che stiamo vivendo oggi ballando, talvolta senza pensiero, sul nostro Titanic». Lo spettacolo (platea 28 euro; galleria 22 euro) andrà in scena al Teatro Parioli Peppino De Filippo di Roma (tel. 06/8073040) fino al 17 marzo.