Tutte le sorprese di Edna da Laing a Jackie Onassis

Tutte le sorprese di Edna da Laing a Jackie Onassis

È proprio quando credi di saperla ormai lunga che i grandi scrittori ti restituiscono lo stupore. Edna O'Brien appartiene alla razza dei grandi da oltre mezzo secolo e credevamo di saperla lunga anche su di lei, dopo che l'ultima estate le ha regalato il posto tra i primi in classifica per un romanzo, Ragazze di campagna, ripubblicato da Elliot dopo che Feltrinelli lo aveva portato in Italia nel 1961, sulla scia dello scandalo irlandese comprensivo di roghi sui sagrati delle chiese e messa all'indice. E invece Country girl (pagg. 382, euro 18,50, trad. di C. Cavallante), l'autobiografia dell'autrice quasi 83enne portata in libreria ancora da Elliot, stupisce di nuovo. Avevamo capito che la Caithleen di Ragazze di campagna era lei, credevamo di aver capito sofferenze e battaglie di un libro scritto in sole tre settimane: «Lasciai una copia del libro sul tavolo dell'ingresso perché mio marito la leggesse, se ne aveva voglia, e un giorno mi sorprese presentandosi la mattina presto sulla porta della cucina con il romanzo in mano. L'aveva letto. Sì, doveva ammettere che nonostante tutto ce l'avevo fatta, e poi disse una cosa che suonò la campana a morto del nostro matrimonio già in crisi: “Sai scrivere, e questo non te lo perdonerò mai”». Il marito è lo scrittore Ernest Gébler: il successo di Edna significò assegni, che lei si vide costretta a girare a Ernest per poter vivere nella loro casa e vedere i figli. Finché al primo serio rifiuto lui non tenta di strangolarla. Non sapevamo quanto il frutto di quelle battaglie e sofferenze fosse il motore di una vita straordinaria.
Il motore dell'amicizia con una delle figure mitiche del Novecento come Jackie Kennedy, ad esempio, conosciuta durante le prove della pièce della O'Brien Virginia: «Un macchinista mi prese da parte per dirmi che al telefono c'era Jackie Onassis che voleva parlarmi, ma molto probabilmente si trattava di uno scherzo. Non lo era. Dall'altro capo del filo sentii la voce di Jackie che mi chiedeva se avessi un po' di tempo per lei. L'avevo e così venni invitata a cena per la sera seguente». È il 1985, è l'inizio di dieci anni di un rapporto intenso, che prevede un unico screzio - la O'Brien la invita alla prima di La dolce ala della giovinezza, i fotografi si scagliano sulla Onassis come falchi e lei se la prende con Edna - rimediato da un regalo singolare della ex first lady: «Una piccola pochette di velluto chiusa da un cordoncino, con allegato un biglietto che diceva: “Per la ciocca di capelli del tuo vero amore”. Non era una sentimentale, ma ossequiava le convenzioni, anche le più vetuste». Jackie le confessa molto sui Kennedy: il fascino quasi tara ereditaria, debolezze, infedeltà, dolore: «Ero una delle tre persone del pianeta a cui voleva più bene».
Le sorprese di questo memoir sembrano infinite. Sorprendente l'analisi con un altro grande del Novecento, lo psicologo Ronald D. Laing, quello dell'«Io diviso», che lei descrive pallido, solitario, divertito, metà Lucifero e metà Gesù Cristo, e che conquista in breve ad una frequentazione settimanale, poi a sedute davvero poco ortodosse, in cui spesso è lui a raccontare la sua infanzia o in cui per cinquanta minuti i due fissano fichi appena tagliati: «La mattina in cui avevo deciso di prendere l'LSD, insieme a Laing, era una bella giornata di sole, col cielo terso. Continuavo a nutrire dei dubbi. Era il 6 maggio 1970. Ero una sua paziente da quasi sei mesi». Un giorno lui sparirà e lei sarà pronta per una scrittura nuova. Nascerà Night, storia di Mary Hooligan dalla mente lacerata, che soffre di crisi di ansia: «Fu lo spartiacque della mia vita, tra un genere di scrittura e un altro».
Soprattutto sorprendente il capitolo su Chelsea, ovvero il numero 10 di Carlyle Square, uno degli indirizzi più famosi della Swinging London. Dopo il divorzio da Ernest, Edna si trasferisce nella casa in cui ospiterà party tra i più famosi degli anni Sessanta.

Marianne Faithfull dalle mille collane e i piedi nudi, Jane Fonda e Roger Vadim, che ha «l'autorità di un principe russo» ma l'aiuta in cucina con l'anatra arrosto, Judy Garland «malinconica e confusa», Sean Connery, Laurence Olivier, Robert Mitchum, Richard Burton, Marlon Brando - con cui trascorre una notte casta ma rivelatrice e una mattina sull'altalena - e Paul McCartney, che addormenta i figli di Edna suonando loro la chitarra e una notte magica strimpella per le una canzone improvvisata: «Oh, Edna O'Brien,/ lei non mente,/ devi ascoltare/ quel che ha da dire,/ perché Edna O'Brien/ ti farà sospirare,/ lei ti farà piangere, /Ehi,/ ti farà perdere la testa»: sono soltanto alcuni dei nomi stellari che accompagnano questa ragazza irlandese nel suo cammino verso l'indipendenza e l'amore, «dopo anni vissuti arrancando per i campi e le strade di campagna, di notte, alla luce di torce capricciose, con le pile sempre in punto di morte».

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