Cultura e Spettacoli

La vera rivoluzione artistica è riscoprire il territorio (dove affondano le nostre radici)

Nel 2010 Houellebecq vince il premio Goncourt col romanzo "La carta e il territorio". Oggi la Nave di Teseo lo riporta in libreria. Una lettura che evidenzia l'importanza del legame tra uomo e territorio

La vera rivoluzione artistica è riscoprire il territorio (dove affondano le nostre radici)

Bisogna saperle leggere, le carte geografiche. Un tempo chiunque dovesse intraprendere un viaggio si studiava prima l'itinerario. Era anche buona norma tenerne una in auto della propria città perché sarebbe tornata utile da un momento all'altro, anche solo per andare in un ristorante un po' fuori mano o a far visita ad un amico che viveva in un quartiere non praticato. Non era facile leggerle. Bisognava saperlo fare, appunto. Non c'erano voci atone a segnalare l'improvvisa svolta a sinistra. Uno sguardo alla mappa e uno alla strada che correva. La tecnologia, poi, ha reso tutto più immediato. Oggi le mappe racchiuse in tomi di carta ruvida usurata e spiegazzata dal tempo hanno ceduto il passo ai navigatori e agli smartphone. Ora è tutto più facile, ora è tutto più immediato, ora è la tecnologia a portare in giro l'uomo. Ma così l'uomo finisce per non conoscere più il territorio che lo circonda.

Cosa c'è dunque di più conservatore nel recuperare le mappe stradali e trasformarle in opere d'arte? L'idea, dopo aver fotografato fino allo svinimento migliaia di oggetti d'acciaio di grande precisione, viene a Jed Martin. È lui il protagonista de La carta e il territorio, il romanzo di Michel Houellebq che nel 2010 vinse il premio Goncourt e che quest'anno La Nave di Teseo ha deciso di riportare in libreria. Il cammino artistico di Jed assume una svolta proprio quando si trova tra le mani le guide Michelin e inizia a fotografarle, una dopo l'altra, fermando su pellicola le strade che segnano la Francia, che ne collegano città, laghi e montagne, che salvano dall'abbandono piccole comunità rurali. Olga, bellissima manager russa che a Parigi lavora proprio per il colosso francese delle carte stradali, a credere nel suo lavoro. Ne rimane tanto affascinata da innamorarsi di questo "piccolo francese". Fanno un pezzo di strada insieme. Poi, però, quando Olga è "costretta" a tornare a Mosca per lavoro, il rapporto si sgretola. Senza nemmeno una parola d'addio.

La carta e il territorio ha moltissime sfaccettature. Troppe per una semplice recensione. Potremmo, infatti, scrivere del padre di Jed, architetto che in una giovinezza ambiziosa sogna di soppiantare l'urbanistica di Le Corbusier ma che finisce per progettare (e costruire) residenze al mare. O dello stesso Houellebeq che nel romanzo interpreta se stesso, scrittore ormai "distaccato" dalla vita e in cerca di un angolo di felicità nella nebbia della solitudine. O delle anime (da Olga in poi) in cui il protagonista si imbatte, un puzzle molteplice di personalità e di umanità. Ci sono davvero tanti piani di lettura. Quello che più colpisce, rileggendo oggi questo capolavoro di Houellebeq, è il legame costante con il territorio. Un legame che impone al lettore una riflessione approfondita.

Il ritorno al territorio non porta solo alla riscoperta dei sapori e dei colori delle aree rurali, alla rivalutazione di tutti quei (piccoli) paesi che rischiano di essere divorati dalle grandi città o alla riabilitazione di professioni ormai cadute in disuso perché erose, poco a poco, dalla tecnologia. Non è solo questo. È anche l'accettazione della sepoltura come ritorno dell'uomo alla terra, il viaggio su quattro ruote come riappropriazione dello spazio e la solitudine contemplativa come ultimo passo verso la felicità. Quello di Jed, incapace a tessere rapporti duraturi se non con la sua malandata caldaia, è l'ostinato cammino di tutta la vita. Terminerà solo quando riuscirà a spogliarsi di tutto il superfluo. Più facile a dirsi che a farsi.

Ma, come scrive Houellebecq, "l'ostinazione è forse in fin dei conti l’unica qualità umana che valga non soltanto nella professione di poliziotto ma in molte professioni, in tutte quelle almeno che hanno a che vedere con la nozione di verità".

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