Cultura e Spettacoli

Un viaggio nella Francia del «Terrore»

Era iniziato tutto come un sogno di libertà anche se venato di furia popolare. I francesi volevano fare come gli Americani, a fianco dei quali, per altro, in molti avevano combattuto, e liberarsi dal dispotismo. Poi la rivoluzione prese un'altra strada. Le idee dei lumi, dei moderati, si scoprirono fragili, bisognose della ghigliottina. Arrivò quello che è conosciuto come il «Terrore» giacobino. Un periodo storico breve e convulso che merita di essere studiato. Si potrebbe dire, infatti, che sotto Maximilien de Robespierre (1758-1794) e il suo Comitato di salute pubblica si siano fatte le prove generali per tutti i totalitarismi a venire. La morale e la legge vennero trasformate in armi per colpire chiunque si opponesse al potere, meglio all'ideologia. Il tutto in una maniera per la prima volta lucidamente teorizzata. Per usare le parole dello stesso Robespierre: «Nel sistema instaurato con la rivoluzione francese tutto ciò che è immorale è impolitico, tutto ciò che è atto a corrompere è controrivoluzionario».

Con l'esecuzione del Re il 21 gennaio 1793 la Francia entrò in un terreno politico completamente nuovo e difficile da percorrere. Robespierre su quel terreno portò le scelte verso estreme conseguenze. Creando un “laboratorio” (feroce) che ha anticipato molti dei dilemmi politici del XX e XXI secolo. Ecco perché è interessante un saggio come quello di Roberto Paura che esamina quel periodo in ogni dettaglio: Storia del Terrore. Robespierre e la fine della rivoluzione francese (Odoya, pagg. 410, euro 24). Il lavoro è divulgativo ma ben documentato. Sottolinea come il terrore, l'insorgere di paure irrazionali, fosse quasi una componente inevitabile della Rivoluzione. È attento a fornire al lettore una pluralità di fonti. A sottolineare anche i tratti di modernità che i giacobini hanno regalato al mondo pur a un prezzo di sangue. Forse a volte si lascia sedurre troppo da Robespierre che spesso giustifica a partire da un assunto di Saint-Just: «Quelli che fanno le rivoluzioni a metà non fanno altro che scavarsi la fossa». Ma coglie un fatto: quando il terrore finì, molti carnefici si trovarono un comodo posticino. Tanto Robespierre aveva pagato per tutti.

E anche questa lezione è stata ben appresa nei secoli a seguire.

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