Cultura e Spettacoli

Il cuore ha vinto, lo share no E la Carrà attacca Del Noce

La costosa fiction di Raidue ha avuto uno share inferiore all’8 per cento. I poliziotti di Canale 5 fermi al 15. In difficoltà Music Farm e Affari tuoi

Paolo Scotti

da Roma

Ma il cuore può contare - almeno per una volta - più dello share? Evidentemente no. Duro, ma indubitabile: Amore, il coraggioso show con cui Raffaella Carrà ha voluto unire il tradizionale spettacolo del sabato sera al delicato tema delle adozioni a distanza, chiude con due puntate d’anticipo, perché il clamoroso risultato umano (ben 118mila i bambini adottati; e per la puntata di sabato si stima che saranno almeno 140mila) non basta a giustificare il relativo flop degli ascolti (passati da un buon 23 per cento iniziale a un modesto 16). «Così il risultato non è stato tondo come tutti speravamo - ammette Raffa -, ma almeno una mezza luna, quella del bene che si è potuto fare attraverso uno show del sabato sera, ha brillato in un modo davvero inatteso e assolutamente insperato».
Con un fax spedito l’altroieri dal capostruttura De Andreis, su incarico del direttore di Raiuno Del Noce, l’avventura di Amore è stata troncata. «Anche se è vero che io stessa, fin dall’inizio, temevo che dieci puntate fossero troppe - argomenta la Carrà -. E del resto il contratto fra Rai e la produzione Ballandi ne garantiva per certe, appunto, solo otto». Quali le cause, allora, della smobilitazione anticipata? «Motivi aziendali, che devono rimanere riservati», taglia corto lo stesso De Andreis. Ma Raffa analizza: «Certo la sfida era durissima. Forse il sabato non era proprio la serata giusta. Poi abbiamo avuto anche un po’ di sfortuna: alla prima puntata il forfeit immotivato di Luciana Littizzetto; alla seconda la terribile notizia della morte del piccolo Tommy; poi alcuni artisti che, pur facendo beneficenza tutto l’anno, proprio da me non sono voluti venire. Quali? Be’, Jovanotti, che ha preteso: “Vengo ma non parlo di adozioni a distanza”. E poi Gianni Morandi, che da una parte festeggia la beneficenza della nazionale cantanti, e dall’altra si nega a me».
Ma il motivo principale dello scarso decollo televisivo (e solo di quello) starebbe soprattutto «nello scarso feeling scattato fra me e Del Noce. Con lui il rapporto è sempre stato educato e gentile, ma lui, evidentemente, ad Amore non ci credeva fino in fondo. Da parte sua non c’è stata fiducia; ma io ho bisogno di essere sostenuta moralmente dal mio editore. E lo sono sempre stata. Così l’energia mancante ha reso incompleta l’operazione». Chiamato a un parere sull’intera faccenda, Paolo De Andreis riflette: «Evidentemente il programma non ha soddisfatto il direttore. Ma non ci sono né attriti né dissidi fra lui e la Carrà». E allora perché non le ha comunicato lui stesso la soppressione delle ultime due puntate? «Quando gliel’ho fatto presente, lui stesso, per la prima volta in cinque anni che ci lavoro assieme, ha alzato un po’ la voce: “Su queste cose io delego sempre il capostruttura”». Peccato. Anche perché «l’altra metà della luna» - e cioè le 15 Onlus che hanno coordinato la pioggia di adozioni a distanza - di Amore sono semplicemente entusiaste. Per tutte parla Chiara Amirante, fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti: «Questo show è stato un successo strepitoso. Pensare solo allo share e non al fatto che ha salvato già 118mila bambini, significa non capirne il valore». Le fa eco perfino De Andreis, il quale dichiara: «Grazie ad Amore per la prima volta ho capito cosa vuol dire servizio pubblico. E ne sono orgoglioso». «Perfino la stampa, per la prima volta, è stata tutta dalla mia parte. Come non esserne felice?». È azzardato supporre, allora, che Amore avrà una seconda edizione? «Spero proprio di sì - sospira Raffa -, sono stufa di aprire nuove strade, come con Carramba e Sogni, e poi vederle percorrere da altri. Almeno questa idea non vorrei che qualcuno me la fregasse». E De Andreis: «Sapete che fax le ho mandato, dopo quello che comunicava la riduzione a otto puntate? “Stavolta hai ucciso Erode.

All’ascolto ci penseremo un’altra volta”».

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