Paolo Scotti
da Roma
Loriginalità dellambientazione è la prima cosa che colpisce. La seconda è la ricchezza del cast. Non cè dubbio, quindi, che i responsabili della fiction di Canale 5 puntino molto su Questa è la mia terra: cioè sulla fiction a lunga serialità che (da domani e mercoledì, e quindi per altre sei domeniche) racconterà «un grande romanzo popolare ambientato alla metà degli anni Trenta, durante la bonifica delle paludi dellAgro Pontino, ricorrendo ad attori popolari come Remo Girone, Catherine Spaak, Ottavia Piccolo, Roberto Farnesi». Lidea di ambientare il melodrammone, ricco di spunti narrativi e di colpi di scena, nel tormentato periodo in cui Mussolini decise di porre mano a un problema che, nelle campagne attorno a Roma, si trascinava da ben quattro secoli (la necessità, cioè, di bonificare le paludi infestate da insetti e malaria) «ci è venuta perché si tratta di un momento storico poco frequentato dalle fiction e denso di appassionante umanità - racconta lo sceneggiatore Dante Palladino -. Così Questa è la mia terra, nellaccompagnare le vicissitudini di una famiglia di contadini emiliani, che per seguire linvito di Mussolini emigra per lavorare assieme a tante altre nelle infette paludi, attraverserà la grande storia e, sullo sfondo di essa porterà alla luce la storia piccola, quella fatta di gioie, affanni, amori e conflitti vissuti dai nostri nonni».
Il grande «romanzo popolare» così lo definisce il responsabile della fiction Mediaset Pincelli inizia nellautunno del 1932, quando Guido Corradi (Nino Castelnuovo) si trasferisce con la moglie e le tre figlie a lavorare presso il fattore Andrea Acciari (Roberto Farnesi), e alle dipendenze del proprietario terriero Umberto De Santis (Remo Girone). La maggiore delle ragazze (Kasia Smutniak) si invaghisce proprio del bel fattore, e lui di lei. Ma anche il figlio di De Santis, Giacomo (Massimo Poggio) perde la testa per lavvenente fanciulla. «I due sono amici, e il loro sentimento viene messo in questo modo alla prova - racconta il regista della serie, Raffaele Mertes -. Alla storia di amicizia e di amore principale si intreccia quella delle altre due sorelle Corradi, ognuna con un carattere diverso ciascuno dei quali evidenzia un diverso atteggiamento nei confronti della cultura fascista dellepoca. Alla maggiore Giulia, la ribelle di famiglia, che è colei che per prima prenderà coscienza delle troppe cose che non vanno si aggiungono Bianca (Cristina Moglia) che rappresenta le donne che accettarono passivamente quello stile di vita e Silvana (Myriam Catania) che invece, è lemblema della frivolezza tipica di un certo stile femminile di quegli anni». In ogni caso la storia dItalia che va dalla guerra dAfrica allo scoppio del Secondo conflitto mondiale «resta solo sullo sfondo - precisa laltra sceneggiatrice, Eleonora Fiorini - quello che più ci interessava era dimostrare come i grandi eventi capitali finiscono sempre, in forma più o meno diretta, per influire sui piccoli accadimenti dogni giorno». «E non solo - aggiunge Paolo Bassetti, produttore assieme a Massimo Del Frate - nella scelta di raccontare limpresa della bonifica dellAgro pontino, impresa meritoria e positiva in se stessa, non abbiamo abbracciato alcun intento revisionista o apologetico: i fatti furono questi, a noi interessavano soprattutto le conseguenze».
Se il grande racconto popolare di Questa è la mia terra dovesse coinvolgere il vasto pubblico, non è improbabile un sequel (gli sceneggiatori lo stanno già scrivendo). Per i prossimi mesi Canale 5 ha in serbo altri titoli: la seconda serie di Un ciclone in famiglia, con Massimo Boldi e Maurizio Mattioli e il poliziesco Quarantotto ore (in onda tra la fine di aprile e linizio di maggio).
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