Cura del ferro? Bilanci ok, servizi anemici

Casse piene per le aziende di trasporto capitoline, soltanto promesse e disagi per i cittadini

Marco Morello

L’italiano è una lingua straordinaria, che ha nutrito per secoli la creatività di poeti e scrittori. Se però alla fantasia ricorrono i vertici di una società che gestisce i trasporti nevralgici della Capitale, è il caso di cominciare a preoccuparsi. Ieri, tra fuochi d’artificio e fiumi di champagne, l’assemblea di Met.ro., composta da Comune di Roma, Provincia di Viterbo e Provincia di Rieti, ha approvato il bilancio di gestione con un attivo di circa 10 milioni di euro. L’emozione è tanta, la soddisfazione incontenibile. Ma andando a leggere il comunicato diffuso dall’azienda, l’entusiasmo si smorza e si cominciano ad avvertire sintomi di inquietudine: «Nel 2005 - recita la nota - la società ha sostanzialmente confermato i livelli di produzione dell’attività di trasporto, rispettando gli obiettivi contenuti nei contratti di servizio». Sostanzialmente. La scelta singolare di quest’avverbio lascia perplessi. Chiamando in soccorso il dizionario si ha la conferma che il termine si riferisce a ciò che di un fatto è più importante, appunto alla sua sostanza. E la realtà dice l’opposto. Ma proseguiamo facendo un passo indietro: il 18 luglio, il giorno prima dello sciopero dei mezzi pubblici poi revocato, l’infaticabile direzione comunicazione di Met.ro. ha diffuso un altro comunicato in cui rassicurava l’utenza sul regolare svolgimento del servizio, «smentendo le notizie circolate in merito a un eventuale rischio di sospensione sulle linee della metropolitana e sulle ferrovie concesse». Quando si dice un tempismo perfetto: 33 corse cancellate sulla Roma-Viterbo, con passeggeri che oscillano tra rabbia, disperazione e rassegnazione. Stessa musica sulla Roma-Pantano, dove l’interruzione del servizio tra Porta Maggiore e il capolinea Laziali previsto dal 24 luglio al 6 agosto per lavori di manutenzione non aiuterà. Lo scenario è sempre uguale: il personale è insufficiente e stanco, i rattoppi improvvisati stanno cedendo tutti insieme.
Il bilancio di Met.ro. è in attivo, è vero, ma a che prezzo? Non assumendo le risorse necessarie, e non assicurando la qualità, la quantità e la regolarità ai servizi che si gestiscono, si continua a rimediare magre figure. E solo gli orbi e i sordi, o chi fa finta di esserlo, possono credere a proclami di segno opposto montati ad arte.
Non va meglio per quanto riguarda le linee tranviarie. Da circa un anno il tram 3, che collega la stazione di Trastevere con Valle Giulia, sparisce dal lunedì al venerdì a causa dei lavori di rifacimento del manto stradale, nonostante l’agibilità di un senso di marcia. Nel weekend, per miracolo, rinasce dalle sue ceneri.

Un sospetto si insinua: «Si sta forse risparmiando - si chiede Fabio Desideri, capogruppo Dc alla Regione - perché mancano le vetture per coprire le 6 linee tranviarie della città?». Sembra proprio affetta da un’anemia degenerativa la «cura del ferro» dell’amministrazione romana, e la conclusione cui giungere pare obbligata: sul fronte dei trasporti va tutto male. Sostanzialmente.

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