Si chiama «giustizia riparativa». È un modello innovativo di giustizia penale che insegna ad andare oltre la punizione del colpevole per individuare nelle vittime dei reati soggetti non solo da assistere e proteggere, ma soprattutto capaci di dialogare con chi li ha danneggiati per promuovere gesti condivisi di riparazione sociale, a vantaggio di tutta quanta la comunità. Caldeggiata dai principali organismi internazionali, la «giustizia riparativa» è approdata in via sperimentale anche in una scuola media di Milano, in zona Corvetto, protagonista insieme ad altre due realtà della bergamasca e del cremonese del progetto «Percorsi di prossimità alle vittime dei reati e ad altre persone offese», del quale si è discusso stamani in un convegno allUniversità Cattolica. Unoccasione per sperimentare un diverso modello educativo nel quale il bullismo possa essere affrontato senza ricorrere a note e sospensioni punitive, ma attraverso il dialogo.
Con il coinvolgimento di soggetti del terzo settore attivi sul territorio, è stato studiato infatti un percorso nel quale 20 ragazzi di una seconda sono stati guidati a riflettere sui conflitti allinterno della classe e poi aiutati nellopera di mediazione per il superamento dei contrasti.Per curare i bulli serve il dialogo
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