Curcio risale in cattedra, Bologna insorge

Il fondatore delle Br terrà un convegno sul precariato il 1° marzo Docenti in rivolta

da Bologna

Traballa la cattedra da cui il fondatore delle Brigate rosse Renato Curcio terrà la sua lectio il 1° marzo. Invitato a Bologna dal collettivo Crash per parlare di precariato, il «cattivo maestro» è pronto all’ennesima predica pubblica. È abituato. Ma c’è qualcuno che ha tanta voglia di tapparsi le orecchie e alza la voce. Si tratta di Alessandra Servidori, docente di Politiche del Welfare e amica di Marco Biagi, giuslavorista ucciso nel 2002 proprio dagli eredi di Curcio. «Sono contro i cattivi maestri, soprattutto se siedono in cattedra», lamenta la professoressa che non dimentica neppure le date del calendario. L’arringa dell’ex terrorista cade poco prima del quinto anniversario dell’omicidio Biagi.
«L’intervento di un cattivo maestro non può avere corsie preferenziali, soprattutto se può configurarsi come una apologia di reato - rincara la dose la battagliera Servidori -. E un’amministrazione pubblica non dovrebbe avere ambiguità o collateralismi rispetto a movimenti che sempre più appaiono come una tenia della democrazia. Anche il presidente della Repubblica Napolitano - conclude ricordando la visita e il discorso del capo dello Stato mercoledì a Bologna - ha sottolineato che le istituzioni non possono cedere alla forza della piazza».
Se la professoressa Servidori sbatte i pugni sul tavolo, nel centrosinistra locale la vicenda ha l’effetto di un’unghiata sulla lavagna: irritazione nella Quercia, fastidio in Rifondazione comunista. Già, perché il segretario della federazione bolognese dei Ds, Andrea De Maria, aveva pizzicato i cugini dicendo che «prima di difendere la presenza di Curcio nella nostra città, Rifondazione sarebbe pronta a chiedere al fondatore delle Br di pronunciarsi con esplicite parole di condanna sull’esperienza delle Brigate rosse?». Parole pesanti come pietre poi subito alleggerite: «Nessuno può ovviamente “impedire” la presenza di Curcio, mi pare però assolutamente legittimo sollevare un problema di opportunità e manifestarlo pubblicamente. È giusto riflettere sull'esperienza del terrorismo delle Br, lo si deve fare però nella chiarezza di un giudizio storico, politico e morale di ferma condanna del terrorismo e di difesa dei valori della democrazia». Il segretario del Prc di Bologna, Tiziano Loreti, aveva subito restituito la sciabolata respingendo «demonizzazioni e speculazioni» e controfirmando la nuova «patente» di Curcio: «Ormai lui è uno studioso». Come, del resto, Oreste Scalzone, Cesare Battisti, Adriana Faranda. Tutti ex terroristi e neo intellettuali. Tutti con un curriculum da criminali diventati presto maître-à-penser.
Sempre dal centrosinistra, comunque, si registra l’orticaria anche della deputata dell’Italia dei valori ed ex assessore della giunta Cofferati, Silvana Mura. La quale ha assicurato che «Renato Curcio a Bologna a pochi giorni dall'anniversario della morte di Marco Biagi è come un dito in un occhio, l'ennesimo sfregio voluto da pochi ai danni di una città civile come Bologna».
Di «ennesima offesa alla città» hanno parlato esponenti di Forza Italia e della Lega. Mentre il deputato Udc Gian Luca Galletti ha tirato fuori un’altra «chicca» dimenticata e ha legato l'invito del Comune di Bologna ad Adriano Sofri per un convegno sull'ebraismo all'invito a Curcio. «Prima il Comune, retto da una maggioranza di centrosinistra, sceglie Adriano Sofri quale relatore al seminario “Ebrei e Israele”. Poi quello stesso centrosinistra si scandalizza dell'invito di Crash a Renato Curcio.

Bollandolo come una «provocazione» o semplicemente come una «data fuori luogo» «solo perché precede di poco l'anniversario della morte di Marco Biagi. Ma di che si lamenta l’Unione se poi dà il cattivo esempio?». Fine della lezione.

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