Curiel scintillante come l’Aida

Le donne-odalische del libanese Mahfouz sfoggiano i disegni delle porcellane

La sposa di Raffaella Curiel è avvolta nella corolla di una calla, la sfilata di Renato Balestra culmina con un abito-farfalla. Due maestri dell’alta moda per chiudere la kermesse capitolina.
La sarta milanese presenta una carrellata dei famosi «curiellini», tailleurs passepartout che caratterizzano la tradizione di famiglia: uno diverso dall’altro, ma tutti con l’inconfondibile impronta della maison. Accompagnano la silhouette, con pieghe e cuciture che segnano la vita delle giacche; sono morbidi ma costruiti, formali ma femminili. Accostano tessuti e fantasie diversi: gessati, piccoli pois, rombi, scozzesi, ricami a tombolo e pizzi macramè. Per la sera Lella s’ispira all’Aida alla Scala e i modelli scintillano d’oro, hanno bustier di scaglie luminose e sorprendenti combinazioni arancio-turchese. Suggestioni dell’antico Egitto, filtrate da un’alta sartorialità. Tutto «very Curiel», intonato ai gioielli di Ansuini, dagli enormi collier ai bracciali a fiocco ai pendenti di pietre come gocce, rose, pesci.
Non ama stupire, Balestra:«Meglio lo chic che lo shock». La sua collezione è fresca e fiorita, con una linea a spirale che slancia l’abito da sera. La testimonial è Sara Tommasi. Un tocco sbarazzino nelle bretelle multicolor ricamate, sugli abiti. I tessuti che non trova il couturier li fa dipingere, come lo scozzese tanto di moda. Balestrapresto sposterà il suo atelier da via Sistina alla grande sede di via Abruzzo ed è reduce da una sfilata a Whashington cui ha assistito George W.Bush.
Romantica e delicata la collezione di Camillo Bona ispirata alla Primavera di Botticelli:motivi floreali, drappeggi e ricami di tralci di foglie. Giacche-bustier, maniche sbuffanti, gonne chiuse all’orlo, coprispalla-mantella.
Nel calendario di AltaRoma s’inserisce l’inaugurazione affollata di vip della boutique ristrutturata di Bottega Veneta, a piazza in Lucina. «È il flagship store più grande d’Europa», spiega il presidente e ad Patrizio di Marco. E il creativo Tomas Maier aggiunge che la scelta di Roma è dovuta anche allo «stile e alla raffinatezza della clientela che la distingue».
Le donne-odalische del libanese Abed Mahfouz sfoggiano all’Auditorium i disegni delle porcellane, effetti lucido-opaco e tanti ricami. La tedesca Annette Kolling per Mittelmoda propone streghe e folletti di un bosco incantato; l’Istituto europeo di design presenta Gli angeli vestono Bolivia, con capi di artigiani e piccoli imprenditori sudamericani; interessanti il final-work dell’Accademia di costume e moda e l’omaggio a Fellini del progetto di Antonio Falanga Chapeau.
AltaRoma si chiude con le anticipazioni di luglio. Stefano Dominella vorrebbe Lagerfeld o Lacroix in Campidoglio e Valentino al Colosseo, per celebrare la sua carriera. Ci saranno le pellicce, la moda maschile, la tricot-couture e il connubio moda-alta cucina.

Ancora il concorso per giovani creativi Who is on next? e Romeo Gigli per disegnare la collezione che sarà realizzata dalle ragazze vittime di violenza e sfruttamento, che seguono il corso per modelliste della scuola Ida Ferri.

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