Mariateresa Conti
da Palermo
Bufera sull'ospedale «Vincenzo Cervello» di Palermo. Ma questa volta la malasanità non c'entra. È stato infatti arrestato ieri con l'accusa di truffa aggravata e falso ideologico il direttore generale dell'azienda, Liborio Immordino. Il motivo ha dell'incredibile: il manager avrebbe dichiarato il falso, in autocertificazione, a proposito di alcuni titoli in suo possesso, titoli indispensabili per il conferimento dell'incarico. In particolare Immordino avrebbe mentito a proposito della pregressa esperienza dirigenziale di cinque anni, espressamente richiesta per potere diventare direttore generale. La circostanza è emersa solo adesso, benché Immordino ricopra questo incarico ormai dal 2002.
Al manager sono stati concessi gli arresti domiciliari. Ma il ciclone rischia di investire l'intero assetto di vertice della sanità in Sicilia e lo stesso assessorato. I giudici, infatti, muovono pesanti rilievi a proposito dei mancati controlli sui curricula, rilievi cui l'assessorato replica sottolineando che il nome di Immordino era in un elenco redatto da un'apposita commissione cui dunque spettavano i rilievi. La bufera è pure sul piano politico. Anche perché non poche polemiche, nell'aprile scorso, avevano suscitato le nomine dei manager in generale e la riconferma di Immordino in particolare, visto che nel gennaio scorso lo stesso direttore generale del «Cervello» era stato sospeso per due mesi dall'incarico perché indagato per concussione e per presunte irregolarità nell'affidamento del servizio di manutenzione di alcune apparecchiature. Tornando all'accusa, a Immordino viene contestata la mancata esperienza quinquennale da dirigente. Infatti lui, al Banco di Sicilia dove lavorava, ha ricoperto al massimo l'incarico di vicedirettore, non equiparabile a quello di dirigente. Altra presunta millanteria, la «docenza di matematica», che altro non sarebbe per i magistrati che qualche supplenza. «Immordino - scrivono i giudici - è un soggetto del tutto proclive alla falsità.
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