Stefano Vladovich
Sette bambini «prigionieri» al Bambin Gesù: interviene il sottosegretario alla salute Cesare Cursi. Una vicenda paradossale quella raccontata ieri sulle pagine del Giornale che ha scatenato immediate reazioni. «Già nelle prossime ore - spiega il delegato del ministero della Sanità Cursi - contatterò sia lassessore regionale Augusto Battaglia che il direttore sanitario della struttura ospedaliera pediatrica di Palidoro, il dottor Tommaso Langiano. La situazione va sbloccata subito, sia per ridurre al minimo i gravi disagi dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, sia per liberare posti letto preziosi allinterno del reparto di Terapia intensiva. Come? In attesa di un bando pubblico per lassunzione di personale infermieristico in grado di monitorare giorno e notte, a domicilio, il funzionamento dei respiratori, le Asl possono stipulare convenzioni a termine. E dimettere, finalmente, i bambini bloccati in reparto fin dalla scorsa primavera». Una storia come tante, purtroppo, quella accaduta a 5 pazienti di Roma, uno di Ponza e un altro di Bracciano. Giulia è una di questi: 15 anni, dalla nascita affetta da tetraparesi spastica, scoliosi, grave ritardo psicomotorio ed epilessia, il 14 febbraio viene sottoposta a una tracheotomia. Per respirare Giulia alterna luso di un macchinario. Da aprile la ragazzina potrebbe tornare nella sua abitazione di Bracciano. Potrebbe, visto che la Asl di appartenenza, la Rm F, da 5 mesi ha preso in affitto un ventilatore meccanico portatile. Una convenzione da 956 euro al mese. Stessa storia per gli altri sfortunati pazienti. Ma i Centri di assistenza domiciliare delle stesse Asl, i Cad, non hanno personale specialistico da inviare alle famiglie. Insomma, da una parte vengono trovati i mezzi indispensabili per la sopravvivenza dei bambini, dallaltra mancano sanitari in grado di farli funzionare. Fra gli altri protagonisti Mirko colpito da una miopatia miotubulare, collegato per 24 ore al giorno al ventilatore meccanico. Durante la sua permanenza in ospedale viene trasferito varie volte in altri reparti per far posto, in rianimazione, ai casi urgenti. Il 10 giugno, mentre si trova nel reparto di pediatria, ha una grave desaturazione (lalbero bronchiale di sinistra si occlude causando la atelettasia del polmone). Il respiratore si blocca e per qualche secondo scoppia il panico «in quanto non si riusciva a capire quale medico dovesse intervenire», scrivono i genitori nella lettera inviata a luglio allassessore regionale e che non ha ancora ottenuto risposta.
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