La procace e spregiudicata escort di lusso Patrizia D’Addario (nella foto) non si placa e rilancia: «Non mi sono pentita affatto, rifarei tutto e anche di più», dichiara in un’intervista la squillo con il tic delle registrazioni. La lucciola, ospite in due occasioni a Palazzo Grazioli e grande accusatrice del premier, riferisce pure di avere dei sospetti su un misterioso furto, subìto tempo fa nel suo appartamento: «I ladri hanno lasciato un televisore che costava un sacco di soldi e invece hanno preso i miei cd musicali, la biancheria intima, i miei vestiti, comprese le grucce. Non è rimasto niente. Un furto anomalo: tutto quello che riguardava me, l’hanno portato via». Come fosse il registratore che è solita portarsi in borsetta, la D’Addario replica le accuse e prosegue nella sua strategia volta a inguaiare il presidente del Consiglio.
Il quale, costretto a una sgradevole gimkana per evitare mucchi di pattume gossipparo che certa stampa da giorni gli scaraventa tra le caviglie, taglia corto. Lo fa rivolto a un drappello di persone davanti a Palazzo Grazioli, lasciando il suo quartier generale per volare a Corfù al vertice Nato-Russia. Sereno e incoraggiato da un gruppetto che urla «Silvio non mollare», Berlusconi cita il lungo colloquio, pubblicato integralmente ieri, che Gianpaolo Tarantini ha avuto con il nostro Gian Marco Chiocci: «Leggete il Giornale, c’è un’intervista a Tarantini che dice come stanno le cose». L’imprenditore pugliese al centro dell’inchiesta di Bari ha di fatto smentito la D’Addario su diversi punti: «Avessi saputo che faceva la escort non l’avrei mai frequentata e tantomeno l’avrei portata a una cena con il presidente», ha dichiarato Tarantini. E ancora: «Macché compensi in cambio di prestazioni. Ho soltanto rimborsato le spese di viaggio e albergo». E ancora: «Quando ho letto il suo racconto sul Corriere della Sera ho pensato quello che hanno pensato tutti: che qualcuno avesse progettato con lei di tendere una trappola al presidente... Avrà preso molti, molti soldi: ma vedrà che prima o poi verrà fuori tutto». L’imprenditore, che ha chiesto scusa al Cavaliere «per aver dato il pretesto a Repubblica, all’Espresso e agli altri organi della sinistra di coinvolgerlo in questo tipo di storie», incassa pure la solidarietà della moglie, Nicla De Venuto.
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