Chi pensava di aver visto il peggio - o più esattamente di averlo ascoltato - sentendo bisbigliare a tempo di musica madame Carla Bruni in Sarkozy, adesso dovrà ricredersi. La minaccia circolata ieri in una Sanremo in fregola festivaliera è infatti di quelle da far tremare i polsi. O meglio, i timpani. La notizia è che dopo aver ripetutamente aperto bocca - s’intende con i magistrati e in decine di comparizioni tv - ora Patrizia D’Addario intende farlo in altro modo. Dandosi al canto.
Prima di dar conto di questo annuncio e della sua portata «storica» per il mondo della musica, va tuttavia annotato come, complice forse l’aria fine della Riviera, ieri alla bionda barese abbia fatto un bel po’ difetto il dono della coerenza. La premessa da lei scandita, riferendosi alle sue ben più note pubbliche vicende - «Se tornassi indietro farei le stesse cose che ho fatto», ha detto - è suonata di fatto come una smentita a se stessa. O quantomeno a una sua altra affermazione. Roba recente, di pochissimi giorni fa. «Assolutamente no, non lo rifarei, con tutto quello che ho passato e che sto passando ancora...», aveva detto alla stampa appena il 5 febbraio scorso, riferendosi alla sua passione per i registratori sempre accesi nella borsetta.
Verrà senz’altro giorno che l’ex (o ancora facente funzioni) escort scenderà a patti con la sua coerenza... Ma intanto, ieri, la sua manifesta intenzione di afferrare un microfono e allietarci ha ridestato gli annoiati cronisti in caccia di qualcosa di meno stantio della querelle su Morgan sì e Morgan no. «Ora voglio pensare soltanto a cantare», ha dichiarato sorridente ai flash e alle telecamere Patrizia nei suoi nuovi panni di sciantosa, un lungo abito turchese corredato da una giacchetta nera. Scendendo nei particolari, ha fatto poi sapere di aver già inciso un brano singolo, presentato guarda caso proprio ieri nella Città dei Fiori (tranquilli, non è in gara, è soltanto il suo tempismo) e intitolato All you want, traducibile nell’eloquente quanto generosa promessa «Tutto quello che vuoi». Non paga, ai giornalisti che affollavano il Palafiori la D’Addario ha precisato come quella canzone sia soltanto la prima di una compilation di dodici brani, incisi ça va sans dire in diverse lingue. Il Cd è al momento in via di fattura - «con musicisti molti bravi», ha precisato - e nelle sue previsioni dovrebbe uscire a maggio. Sì, proprio in quel povero mese mariano che le si addice quanto ad Antonio Di Pietro uno scranno all’Accademia della Crusca.
Quella di ieri a Sanremo, si è appreso ancora, è tuttavia soltanto una tappa di un suo tour promozionale. «Ho avuto un’accoglienza favolosa dalla gente e ne sono felice», ha spiegato entusiasta la procace bionda che era accompagnata dalla figlia adolescente (piccole donne crescono). Aggiungendo poi che «se qualcuno mi chiede di ripensare alle polemiche che mi avevano visto coinvolta, rispondo che penso alla gente che vedo qui. E per me è molto importante».
Questo perché, ha spiegato, «io sono un’artista e voglio tornare a fare quello che ho sempre fatto. Ho iniziato a fare l’artista da quando avevo 15 anni, ho fatto anche l’illusionista, ho cantato, ho presentato. E ora voglio continuare», ha insistito nelle sue «minacce» Patrizia, dicendosi pronta a comparire anche all’imperdibile Dopofestival in onda sulle frequenze di YouDem, la tv di Massimo D’Alema. I cui responsabili sperano forse, con la di lei presenza, di veder schizzare la loro abituale audience. Magari con un autentico balzo fino a otto dei soli quattro gatti.
Della presenza sanremese della D’Addario, che ha lasciato cadere lì anche la possibilità di un film tratto dal suo libro Gradisca presidente (addirittura con la regia di Quentin Tarantino), ha voluto dire la sua un preoccupato Maurizio
Costanzo. Lo ha fatto chiedendo al direttore di Raiuno la garanzia che al pari di Morgan la escort non metta piede all’Ariston. «Non so in che veste sia qui, lei ne ha vestite tante...». Per tacere di quelle che si è tolte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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