Non si vive di sole favole, pur se da piazzare al miglior offerente. Anche per Patrizia DAddario, così tanto a suo agio nei panni della Cenerentola del gossip, sta per scoccare la mezzanotte. Lora in cui certe illusioni svaniscono, la carrozza ti scarica a metà del percorso. Non si capisce fin dove vuole arrivare la escort barese con le rivelazioni piccanti a uso e consumo di certo giornalismo «dinchiesta», però è chiaro che dovrà tornare sulla terra. E riprendere a fare i conti col passato. Proprio lei che era riuscita a ritagliarsi il proprio quarto dora di notorietà - e pazienza se sui giornali ormai dura da quattro mesi. Ma tantè: i giudici della Corte DAssise di Trani laspettano per il prossimo 26 gennaio. Stavolta non si parlerà di Giampi, feste e festini: come riporta il Corriere del Mezzogiorno, la DAddario è chiamata a testimoniare a un processo per omicidio.
La vicenda è quella della povera Marisa Scopece, 23enne foggiana anche lei inserita nellambiente della prostituzione barese, uccisa dalla malavita a colpi di pistola e trovata carbonizzata nelle campagne di Barletta l11 settembre di due anni fa. La ragazza pare fosse molto amica di Patrizia DAddario, probabilmente ne condivideva amicizie e clienti, almeno così ha dichiarato alla polizia la stessa DAddario. Anzi, davanti alla squadra mobile di Bari la donna si sarebbe spinta a dichiarare: «Ho paura di fare la stessa fine di Marisa». Una dichiarazione che da sola è bastata, nel giugno scorso, agli autori di Chi lha visto? su RaiTre, a suggerire durante una puntata collegamenti arditi e ai limiti della diffamazione, tirando in ballo a sproposito i racconti della escort e il consueto repertorio sulle «serate a palazzo Grazioli». Un tentativo di dipingere come «delitto perfetto» una tragedia frutto, invece, di miseria umana e degrado. Secondo gli investigatori la Scopece fu uccisa per una banale questione di soldi da pregiudicati del posto; alla sbarra sono finiti in sette, cinque pugliesi e due marocchini. Droga e sfruttamento della prostituzione, un sottobosco nientaffatto limpido di cui ora Patrizia DAddario darà conto ai giudici. Mostrerà cosa cè scritto davvero sulle pagine del diario che teneva sempre in borsa, di fianco al mitico registratore.
Un brusco ritorno alla realtà per leroina-oracolo di Santoro e C. in un altro tribunale, quello (in)civile di Annozero. Calendari, interviste, trucco, telecamere e riflettori. Perfino uno show in vestaglia di pizzo in una discoteca di Parigi.
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