Ma D’Alema apre all’Iran: «Se c’è spiraglio, si negozi»

Critiche dei radicali al ministro degli Esteri: «Teheran vuole cancellare Israele». Calderoli: «Questa maggioranza si schiera con un pazzo»

Emiliano Farina

da Roma

Gli Stati Uniti invocano l’applicazione delle sanzioni internazionali e avvertono che l’Iran potrebbe avere la bomba atomica «tra cinque-otto anni». La Germania lancia un «pressante invito a sospendere tutte le attività», la Francia «deplora» il comportamento di Teheran e spera che «cambi idea al più presto». L’Italia, invece, sostiene che l’Iran ha «il diritto legittimo di portare avanti lo sviluppo della tecnologia nucleare per fini pacifici». E aggiunge anche un nuovo compito alla lista dei propri impegni internazionali. «Possiamo avere un ruolo positivo nella trattativa», annuncia il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, «l’Italia è in grado di esercitare una pressione sul regime iraniano».
L’ultimatum delle Nazione Unite che impone al governo di Teheran la sospensione del processo di approvvigionamento dell’uranio è scaduto ieri ma non ha sortito alcun effetto. Il programma sul nucleare continua e il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, dice a chiare lettere di non essere disposto ad «arretrare di un centimetro». Anzi, minaccia il blocco delle esportazioni di petrolio.
In questo scenario, le preoccupazioni della comunità internazionale sull’evolversi della situazione sono la causa delle paure dei parlamentari italiani. Primi fra tutti, i radicali, che condannano la posizione del vicepremier. «La linea di Ahmadinejad è sempre più nettamente islamofascista - accusa il segretario del partito Daniele Capezzone - e mi auguro che il nostro governo si renda conto che l’Iran vuole passare a una guerra globale e definitiva per la cancellazione dello Stato di Israele». Secondo l’esponente della Rosa nel pugno, «Ahmadinejad è parte del problema e non parte della soluzione. La pur positiva missione Onu non può bastare - conclude - e occorre una risposta politica complessiva».
Se dai banchi della maggioranza le critiche alla posizione assunta dal governo non sono certo morbide, a innalzare i toni della contestazione ci pensa la Casa delle libertà. Secondo il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, la linea che il presidente iraniano sta portando avanti «conferma che ci troviamo di fronte a un pazzo che sta ripercorrendo il cammino di Hitler e sta creando i presupposti per un conflitto mondiale». Al centro dell’attacco del senatore leghista c’è il fatto che «nonostante tutto questo, D’Alema arriva a giustificare lo sviluppo dell’energia atomica per scopi civili. E dimentica che, una volta sviluppata, la tecnologia nucleare può essere utilizzata anche per scopi militari. Consentire agli iraniani di avere la bomba atomica significa diventare loro complici. Possibile che la nostra maggioranza si schieri sempre dalla parte sbagliata?».
E mentre la comunità internazionale si arrovella sulle prossime mosse da compiere sullo scacchiere diplomatico, dalla festa dei Popolari-Udeur in scena a Telese Terme (Bn), il ministro D’Alema specifica i termini della strategia che il governo italiano intende seguire. «In questo momento ci troviamo di fronte a un bivio tra sanzioni e dialogo - sottolinea il vicepremier - e se c’è uno spiraglio per aprire un tavolo negoziale, questo spiraglio va utilizzato. L’Italia può essere utile alla comunità internazionale e, dato che possiamo esercitare una pressione sul governo iraniano, il nostro Paese può avere un ruolo positivo».
Il responsabile della Farnesina non entra nel merito della risposta all’ultimatum scaduto ma assicura che la posizione della maggioranza sulla questione è univoca.

«Il giudizio sul governo iraniano è un giudizio su cui non registriamo dissensi, così come non ce ne sono nel respingere le minacce di quel regime». Quindi si difende così: «Non sono io ad aver riconosciuto all’Iran il diritto di dotarsi del nucleare civile, ma è il primo punto del negoziato Onu».

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