DAlema asfalta il passato coloniale in Libia
10 Aprile 2007 - 03:04Si è discusso anche di Irak, Palestina e del prossimo vertice tra Europa e Africa
da Roma
Una strada che attraverserà tutta la Libia, come «compensazione» per i danni del colonialismo italiano. Andrà da Ras Jdir ad Assalum e sarà il concreto risarcimento offerto dal nostro governo a Muhammar Gheddafi, per «voltare pagina» con un passato che crea ancora forti attriti tra i due Paesi.
La realizzazione del tratto libico della litoranea che porterà dallEgitto allAlgeria sembra più vicina, dopo lincontro di domenica sera a Tripoli tra il leader della Jamahiriya e Massimo DAlema. Il vicepremier e ministro degli Esteri si trova in Libia per vacanza da alcuni giorni con la famiglia e, dopo unescursione nel deserto, è stato ricevuto dal Colonnello sotto la tenda della caserma Bab al Azizia. Un incontro informale, che la Farnesina definisce «molto cordiale e amichevole» e nel quale, riferisce lagenzia ufficiale libica Jana, il titolare della Farnesina ha «aggiornato Gheddafi sulle misure adottate dal governo italiano per arrivare alla messa in atto dei punti ancora non applicati della dichiarazione congiunta italo-libica e della grande iniziativa che è la costruzione della strada».
Nelle prossime settimane potrebbe essere creata una commissione congiunta italo-libica, sotto la responsabilità dei due ministri degli Esteri, per studiare tutti gli interventi necessari. E, fa sapere la Farnesina, lintesa «da parte italiana sarà sottoposta allesame del Parlamento».
Nel colloquio tra il Colonnello e DAlema si è parlato anche di Irak e Palestina e del quarto vertice europeo-africano in preparazione a Lisbona. DAlema ha riaffermato «il pieno sostegno dellItalia ai vincoli tra lUe e lUnione Africana», per il rafforzamento di «una cooperazione equa» tra i due blocchi. Lincontro, per il ministro, è stato nel complesso «molto positivo».
Gli accordi tra Italia e Libia sono stati presi dal primo governo Prodi il 4 luglio 1998. Nel marzo 2006, dopo gli incidenti davanti dal consolato italiano di Bengasi, lallora premier Silvio Berlusconi ha assicurato la costruzione della strada di 1.700 chilometri, del costo di circa 3 miliardi di euro. Nellagosto 2006, in un colloquio telefonico con il nuovo premier Romano Prodi, Gheddafi ha rinnovato la richiesta. A novembre DAlema ha incontrato il Colonnello, insieme al ministro degli Interni Giuliano Amato, al margine della conferenza internazionale sullimmigrazione di Tripoli. È iniziato allora il processo per ricucire le relazioni deteriorate tra i due Paesi: lambasciata della Jamahiriya a Roma è da tempo chiusa al pubblico, ufficialmente per lavori di ristrutturazione, sono stati smantellati i consolati nella capitale e a Milano e fioccano le proteste di imprenditori e semplici cittadini che non sanno come ottenere il visto per la Libia. Da ricordare che proprio DAlema a dicembre 1999, è stato il primo capo di governo occidentale a recarsi da Gheddafi dopo le sanzioni imposte nel 1992 dallOnu per lattentato terroristico di Lockerbie.
La ricostruzione dellantica via Balbia, superstrada che univa Tripoli a Bengasi durante il governatorato di Italo Balbo sulla Libia, è il «grande gesto» che Gheddafi chiede da anni allItalia, come una delle condizioni per il superamento delle questioni pendenti tra i due Paesi. LItalia si è impegnata anche alla bonifica dei campi minati e alla costruzione di un centro specialistico a Bengasi per le protesi alle vittime delle mine. Il governo di Tripoli, invece, ha garantito che avrebbe concesso agli espulsi italiani dalla Libia i visti per rientrare nel Paese.
Il dossier Libia per lItalia è delicatissimo: il Paese nordafricano è il nostro maggior fornitore di idrocarburi e dalle sue coste partono verso la Sicilia migliaia di immigrati illegali.