Politica

D’Alema: il docente non fa parte dei Servizi

da Roma

Intende reagire alle accuse di questi giorni e farlo in tutte le sedi istituzionali possibili. Il primo incontro Paolo Guzzanti lo ha chiesto e ottenuto al Copaco, il comitato per il controllo sui servizi segreti. Per l’ex-presidente della commissione Mitrokhin, nell’occhio del ciclone dopo la vicenda Litvinenko che ha messo in evidenza un ruolo di primo piano del consulente della commissione Mario Scaramella, l’obiettivo è «smontare la criminale montatura giornalistica fondata su una fonte mercenaria che, peraltro facendo marcia indietro nel giro di 24 ore, mi attribuisce atti e fatti gravissimi incorrendo nel reato di calunnia».
Con riferimento alle affermazioni di Euvgenij Limarev, l'ex agente del Kgb che ha sostenuto di essersi incontrato con Guzzanti a Napoli. «L’intera aggressione nei miei confronti è affidata soltanto a una bugia, non riscontrata e non riscontrabile che mi collega a un incontro in una città, Napoli, in cui non mi reco da oltre sei anni». «Ed è questa bugia- precisa l’ex-presidente della commissione Mitrokhin - l’unico appiglio per la caccia alle streghe scatenata dal maccartismo rosso di D’Alema e dei suoi compagni».
E a proposito del consulente della commissione coinvolto nella vicenda Guzzanti sottolinea che alla fine anche «D’Alema è stato costretto ad ammettere che Mario Scaramella, che non era il mio principale consulente bensì uno dei tanti, nominato, come tutti dall’ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti di tutti partiti, non è legato a nessun servizio segreto». La precisazione è stata fatta dal vicepremier nel corso del question time che si è svolto ieri pomeriggio alla Camera. «Mario Scaramella non ha avuto e non ha alcun rapporto organico con i servizi segreti italiani - ha precisato D'Alema, che ha anche aggiunto «che solo in due occasioni cercò di contattare dirigenti del Sisde. Ma, in considerazione di elementi informativi precedentemente acquisiti, il Sisde stesso ha invitato lo Scaramella a desistere dal ricercare ulteriori contatti con tale servizio». Ed alla richiesta avanzata da alcuni deputati del centrosinistra ha replicato: «Il governo non intende indagare poichè non è nei suoi poteri e nelle sue intenzioni. Il governo non fa indagini, il governo cerca di governare questo Paese. Spetta al Parlamento, se lo vuole - ha proseguito - promuovere eventuali approfondimenti di tali questioni, o alla magistratura, nella misura in cui essa ne è investita dai compiti che le competono».
Il Parlamento ha prontamente risposto e sarà il Copaco, la commissione presieduta dall’azzurro Claudio Scajola, ad avviare una serie di colloquio. Nei prossimi giorni a Palazzo San Macuto saranno ascoltati oltre Paolo Guzzanti anche il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e i nuovi vertici di Sismi e Sisde. I Verdi presenteranno un esposto alla Procura della Repubblica sui contatti che il consulente della Commissione Mitrokhin Mario Scaramella ebbe con ex agenti del Kgb e sulle domande che furono poste.
Sul lavoro della Mitrokhin interviene anche Valter Bielli, componente Ds della ex-commissione che racconta: «All'inizio dell'attività della commissione, nel 2002, siamo andati a Forte Braschi, sede del Sismi e abbiamo visionato i fascicoli riservati sulle cosiddette “spie presenti” nel dossier Mitrokhin.

Si disse che non era possibile acquisirlo perché la cosa sarebbe stata di una gravità incredibile».

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