Ma per D’Alema la vicenda è «sui binari giusti»

Roma. Per il ministro degli Esteri e vicepremier Massimo D’Alema, il caso di Rahmatullah Hanefi, il collaboratore dell’organizzazione non governativa Emergency arrestato dalla polizia afghana all’indomani della liberazione di Daniele Mastrogiacomo, inviato della Repubblica, da parte dei talebani, «si è avviata su binari normali, nell’attesa che vengano formalizzate le accuse». Parlando ieri con i giornalisti al termine di un’audizione al Copaco, il capo della diplomazia italiana ha puntualizzato che Hanefi ha ricevuto le visite dell’ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi, dei propri familiari, e del suo avvocato. Con ciò, ha aggiunto D’Alema, Hanefi non sarebbe più in isolamento, prossimo dunque a un regolare processo.

«La vicenda è in corso, e noi continuiamo a seguirla e ad assistere i familiari», ha concluso il ministro.
Dopo il rilascio di Mastrogiacomo, rapito nel sud dell’Afghanistan ai primi di marzo, Hanefi ed Emergency sono stati accusati dal capo dei servizi afghani di complicità con i talebani,e poco dopo è stato arrestato.

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