D’Alessio, Dalla-De Gregori, Pupo. Ora in tv si accende la musica

Il boom di Sanremo accelera la tendenza: la Rai punta sulle canzoni. Ce n’è per tutti i gusti, si esibiscono i bambini e pure i cantautori storici

D’Alessio, Dalla-De Gregori, Pupo. Ora in tv si accende la musica

Milano - Ma allora non era vero che la musica non funziona in tv. Ci volevano solo buone idee: eccole. A marzo i palinsesti scoppiano di pop e comincia dopodomani Gigi D’Alessio su Raiuno con Gigi, questo sono io, una sorta di one man show intasato di musica, quella buona, improvvisata per lo più. Due puntate: e vedremo come andranno gli ascolti. Ma non è (solo) questo che conta. Conta la retromarcia dei palinsesti. Sembra ieri: lasciate perdere la musica, in tv non funziona. Alla ggente, quella con due g, non frega nulla, vuole solo il sangue o il sesso dei reality show, quelli sì che interpretano i suoi gusti. Il bel canto? Roba dell’Ottocento. Le popstar? In prima serata mai, non smuovono lo share.

Dati alla mano, c’erano espertoni supertitolati che sentenziavano la fine di un’epoca, il crollo degli ascolti, l’incompatibilità televisiva dell’universo canoro. Invece guarda qui: venerdì prossimo torna Ciak si canta su Raiuno, che avrebbe dovuto essere condotto da Pino Insegno e Miriam Leone e invece, molto probabilmente, sarà guidato dalla coppia più (ingiustamente) spernacchiata del Festival di Sanremo: Pupo e il principe Emanuele Filiberto. Tra l’altro loro saranno appena reduci dai Raccomandati, altro show che ha fatto la felicità dell’Auditel e che è pieno di musica e di cantanti dalla testa ai piedi.

D’accordo, Amici c’è da molti anni e su Canale 5 ha sempre fatto benissimo: ma la critica più snob l’ha a lungo, appunto, snobbato quasi non fosse una autentica scuola nella quale, oltre ai ballerini, crescono cantanti tutti d’un pezzo, molti dei quali riempiono le classifiche, vincono pure il Festival e soprattutto piacciono a una fascia sempre più trasversale di pubblico. Poi X Factor, fenomeno cult che ha lanciato cantanti niente male, fatto ascolti e portato in prima serata Ivano Fossati e Whitney Houston, non proprio due qualunque. Sembravano episodi isolati, le eccezioni che confermano la regola. Ora retromarcia. Parafrasando Nietzsche, «senza musica i palinsesti sarebbero un errore». Quindi il 27 Antonella Clerici ritorna con Ti lascio una canzone che, al di là delle polemiche sulla proprietà del format, è un esempio di come, se supportata da idee, la musica pura sia una panacea in televisione persino senza star, senza pettegolezzi, senza tutto ciò che si credeva indispensabile per fatturare ascolti. Qui - come d’altronde nel favoloso Io canto su Canale 5 - ci saranno ragazzini che cantano, punto e basta. Si dice: è merito dei talent show che hanno rimesso la (bella) voce al centro dell’attenzione televisiva. Non è così. Al pubblico, specialmente a quello italiano e anglosassone, è sempre piaciuto ascoltare (e godersi) i cantanti in tv e mica c’è bisogno di andare indietro ai tempi di Canzonissima o rimanere fermi agli strepitosi ascolti dell’ultimo Sanremo, ripulito da tante inutili ospitate e più focalizzato che mai sulle canzoni. Solo che qualcuno se ne era dimenticato o faceva finta di niente. Ora si ritorna daccapo. E basta pensare che persino Santoro, dicesi Santoro, ha piazzato un pianoforte a coda al posto del suo tavolaccio di Annozero per far cantare (male) a Morgan le sue canzoni. Va bene, lì c’era anche il risvolto stupefacente. Capirai: in questi giorni il tossico confesso Morgan è una calamita di share cui neppure Michele chi? sa rinunciare. Ma una volta lo avrebbero intervistato e via andare, un po’ di confessioni hot, casomai qualche polemica e tanti saluti, altro che divagazioni sulla tastiera o accenni al repertorio di Piero Ciampi.

Insomma, ormai in tv comanda la musica. Anzi, telecomanda la musica, visto il successone (anche economico) del televoto. Il 65 per cento degli spettatori di Domenica In lo ha promosso come strumento di selezione sanremese perché, in fondo, più di tutto il resto, le canzoni sono il perfetto trait d’union tra chi è a casa e chi sta dentro allo schermo: segno che a noi italiani la musica piace a prescindere.

Perciò ovvio che prendano piede (e vengano venduti anche all’estero) format come Due che, iniziato in punta di piedi a dicembre su Raidue grazie al direttore Massimo Liofredi e a Gianmarco Mazzi, tra poco metterà a confronto Lucio Dalla e Francesco De Gregori. In prima serata. Nientemeno. Insomma, se ci pensate, fino a pochi mesi fa la musica giammai. Ora canta dappertutto.
Poi uno dice.

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