D’Alessio polemico: se fossi di Belluno sarei in tv da tanto

RomaCiò che stupisce non è che diventi protagonista di uno show. Ma che lo diventi solo ora. Per spiegare come mai uno dei più popolari cantanti italiani non abbia finora trovato spazio in un programma musicale tutto suo, Gigi D’Alessio si fa serio. «Ho patito molti preconcetti nella mia carriera. Essendo di Napoli, ho fatto più fatica che se fossi nato a Belluno. Per anni hanno cercato di ghettizzarmi». Ma ora è arrivato anche il suo momento: con Gigi, questo sono io, show diretto da Paolo Beldì, in onda domani e l’11 marzo su Raiuno, per la prima volta in veste di conduttore, il cantante guiderà «uno spettacolo a metà fra concerto e rimpatriata di vecchi amici; rievocando storie e aneddoti personali; duettando con ospiti prestigiosi (come Sophia Loren, Claudio Baglioni, Massimo Ranieri, Renato Zero, Lucio Dalla e Mario Biondi) e perfino improvvisando assieme al pubblico canzoni mie e di altri».
Per D’Alessio questo show sarà «la realizzazione di un vecchio sogno. Era già pronto un anno fa, poi cambiò la dirigenza Rai e venne sospeso. Vuol dire che non era ancora il momento. Oggi invece mi ritengo pronto, e sento enorme la responsabilità. La Rai ci investe un sacco di soldi: spero di non deludere chi paga il canone».
«Con Gigi, questo sono io vogliamo sdoganare l’immagine di un D’Alessio artista completo - spiega l’autore Michele Bovi - Gigi ha successo in tutto il mondo, è un grande cantante e compositore. Ora dimostrerà di essere anche un conduttore nato».

«Potrò sbagliare qualche congiuntivo, potrò confondere la tonalità di qualche canzone; magari arrossirò - riflette Gigi - ma per questo ho voluto intitolare così il mio spettacolo: Questo sono io. E credo di aver avuto successo anche perché non ho mai tentato di assomigliare a qualcun altro».

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