Dado e i vizi degli italiani alla corte del «signor G»

Da Zelig a Gaber, c'è sempre un bel pezzo di Milano nella vita e nelle scelte di Dado. Il comico e «canzoniere» romano, divenuto celebre per le sue gag alla corte di Claudio Bisio, giunge in città domani e domenica al Teatro Ciak con uno spettacolo il cui titolo, «Onesto ma non troppo», in fondo è una sommessa dedica alle brucianti battute del «Signor G», di colui che considera un maestro, uno che sapeva scandagliare, con ironia implacabile, i difetti dell'italiano. E cosa c'è di più italiano che il navigare tra pregi e difetti, grandezze e miserie, portandosi appresso l'etichetta di «brava gente» e di «furbi»? Gli italiani, secondo Dado, sono fatti così: onesti sì, ma non troppo. Lo spettacolo del comico romano è dunque un viaggio nella realtà quotidiana del nostro Paese, in questo caotico scorcio di ventunesimo secolo: armato di chitarra, e dell'aiuto corposo di una band musicale di cinque elementi, Dado prova a osservare l'Italia dell'euro che ti frega, delle difficoltà finanziarie, delle polemiche culturali e religiose. Senza dimenticare l'universo quotidiano del singolo cittadino, a cominciare dal dribbling alla burocrazia impietosa. «E’ da qui, forse, che parte tutto - spiega Dado - L'individuo si ritrova ricattato da una società che, giorno dopo giorno, ti rende impossibile restare perfettamente onesto. Si paga in nero, si evade qualcosa, si fugge al morso delle tasse. A volte ci si mettono anche i politici a farti capire che, sì, qualche volta la si può sfangare senza seguire alla lettera le regole». Lo spettacolo è una serie di monologhi e canzoni, graffianti e amari, che intendono raccontare una nuova fase del comico: «Zelig mi ha aiutato a farmi conoscere a un pubblico vastissimo - spiega il cabarettista romano - ma la mia vita è il teatro». E la formula dello show si ispira dichiaratamente al teatro-canzone gaberiano: «All'inizio il confronto con lui mi intimoriva - rivela Dado - ma il responso del pubblico mi ha dato fiducia. Tanti fan di Gaber mi hanno comunicato il loro gradimento per questo mio continuare la sua tradizione. Certo, io non ho l'impostazione attoriale sua, quella voce incredibile. Diciamo che me la gioco sull'ironia e sulla leggerezza».

Anche se il tema dell'onestà proprio leggero non è: «Infatti - prosegue Dado - onestà e disonestà andrebbero divise nettamente. Ma oggi tutto viene confuso, e così ci si vergogna di emettere giudizi etici».
Onesto ma non troppo
Teatro Ciak, domani e domenica
Info 02-76110093

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