Dai marchi di lusso alla Fiorentina

L’avventura di Diego Della Valle parte agli inizi del secolo dalla calzoleria artigianale del nonno Filippo, a Casette D’Ete, un paesino in provincia di Ascoli Piceno. Nato il 30 dicembre 1953 dopo gli studi in legge a Bologna e un breve periodo di lavoro negli Stati Uniti, nel 1975 entra nell’azienda di famiglia, affiancando il padre nella gestione. È sua l’idea di un innovativo piano di marketing e del lancio di nuovi marchi - Tod’s, Hogan e Fay - che dagli anni ’80 hanno reso famoso il nome Della Valle. Nominato cavaliere del lavoro nel 1996, tre anni dopo, Della Valle è entrato nel consiglio di amministrazione della Banca commerciale italiana, un ruolo che lo ha portato a feroci scontri con la guida di Mediobanca a proposito del destino dell’istituto di Piazza della Scala.
Nel 2002 ha acquistato la moribonda Fiorentina da Vittorio Cecchi Gori, società di cui è attualmente proprietario, mentre presidente è suo fratello Andrea. L’anno successivo si è assicurato un piccolo ma importante 2 per cento delle azioni Rcs, una mossa che gli ha permesso di entrare a far parte del consiglio di amministrazione del Corriere della Sera. Schierato politicamente con il centrosinistra, nel marzo del 2006 Diego Della Valle si è dimesso dal direttivo di Confindustria, in seguito all’attacco che Silvio Berlusconi, in piena campagna elettorale, gli ha rivolto al convegno dell’associazione.

Amico di Mastella, in vista delle elezioni politiche 2006 ha rifiutato una candidatura nell’Udeur che l’attuale ministro della Giustizia gli aveva offerto.
Nei mesi scorsi è rimasto coinvolto nello scandalo di «calciopoli» quale dirigente della Fiorentina. È stato condannato a un’ammenda di 55mila euro e all’inibizione per tre anni e nove mesi.

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