RomaIl fronte pro Monti è composito e trasversale. A non vedere come fumo negli occhi un governo di larghe intese si schierano principalmente tutti quei ministri in odore di riconferma; tutti gli aspiranti ministri; frotte di peones che aborrono le elezioni, convinti che per loro la ricandidatura sarà un miraggio.
Alla prima categoria appartiene senza dubbio Franco Frattini, titolare degli Esteri e in predicato di rimanere alla Farnesina. Oltre allintervista al Corriere, Frattini ha elogiato lex commissario europeo: «Ha una caratura internazionale che nessuno può disconoscere e con lui ho lavorato molto bene a Bruxelles». Ma ha buone possibilità di rimanere nella squadra di governo anche lattuale ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto. In corsa per il dicastero della Giustizia, dal Pdl si farebbe il nome dellattuale Guardasigilli Nitto Francesco Palma, fortemente sostenuto da Berlusconi ma che incontrerebbe i veti del Pd. Anche Lupi, che i rumors danno papabile per lIstruzione sè detto possibilista allipotesi Monti, così come lattuale ministro Mariastella Gelmini. Per il «no voto» anche il sottosegretario Gianni Letta che rimarrebbe in ogni caso braccio destro del nuovo premier. Sebbene ex An, e sebbene tutta quellarea sia più propensa alle urne, si dice che il ministro della Difesa Ignazio La Russa si sia candidato a rimanere al proprio posto.
Poi ci sono quelli che con un nuovo esecutivo potrebbero tornare sotto i riflettori. Lex ministro Claudio Scajola, per esempio: uno che ha animato il fronte dei malpancisti berlusconiani, chiamando a gran voce il passo indietro. Ma anche il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, che ha salutato lipotesi Monti come «una linea imposta dai fatti». Accanto a queste posizioni, più sbilanciate, ci sono quelle maggiormente attendiste e pronte ad adeguarsi alle decisioni di Berlusconi, in ogni caso orientato a dare il via libera al governo Monti. Fanno parte di questi Cicchitto, Quagliariello, Galan, Verdini e molti altri big del partito. Proprio Verdini, in queste ore, sè dato da fare affinché qualsiasi decisione venga presa sabato, gli scontenti non spacchino il partito.
Possibilista allesecutivo Monti anche il plotone di peones che facendo due calcoli si vedrebbero con le valigie in mano senza alcuna possibilità di rientrare nel Palazzo.
Dai ministri ai peones, si allarga il fronte anti elezioni
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