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D'Alema: "Se ce lo chiedono, sì alla forza di pace internazionale a Gaza"

D'Alema: "Se ce lo chiedono, sì alla forza di pace internazionale a Gaza"

Roma - Che la situazione nei territori palestinesi è grave lo aveva detto a chiare lettere ieri il "ministro degli Esteri" della Ue Solana: la rottura della tregua tra Hamas e Fatah, gli scontri che contonuano a Gaza e la contabilità dei morti che salgono, sono l'ennesimo colpo contro le possibilità di pace in Medio Oriente. E oggi il ministro degli Esteri Massimo d'Alema ha detto che se l’Autorità nazionale palestinese chiedesse l’invio di una forza di pace internazionale nella Striscia di Gaza sarebbe una richiesta da prendere in considerazione. «Se l’Autorità nazionale palestinese chiedesse un aiuto internazionale - ha detto il capo della diplomazia italiana nel corso di una conferenza stampa congiunta con il segretario della Lega araba Amr Moussa alla Farnesina - sarebbe una cosa da considerare». «Io credo - ha proseguito D’Alema - che in questo momento bisogna esercitare una pressione politica sulle parti, che stanno confliggendo, e che sono paradossalmente membri dello stesso governo ed è fondamentale anche il tipo di pressione che può esercitare il mondo arabo». Secondo D’Alema sarebbe una tragedia per i palestinesi e fonte di insicurezza per Israele una eventuale caduta del governo di unità nazionale palestinese. «Devono cessare i combattimenti tra palestinesi e non il governo» ha ribadito il ministro.

Scontri a fuoco tra Hamas e Fatah: 17 morti Sono ormai 17 i morti di oggi nella città di Gaza per le violenze fra Hamas e Fatah. In un uno degli ultimi episodi, militanti di Hamas hanno aperto il fuoco contro una jeep che trasportava prigionieri del loro stesso movimento islamico verso la sede della Forza preventiva, fedele a Fatah. Nell’attacco sono morti l’autista, esponente di Fatah, e i cinque prigionieri di Hamas. Non è chiaro se gli aggressori sapessero chi c’era nella jeep. Intanto tre membri della Forza Nazionale di Sicurezza, anch’essa fedele a Fatah, sono stati uccisi in una sparatoria, mentre un militante di Hamas è stato ucciso da un cecchino in un diverso agguato. Un’infermiera colpita alla testa da un colpo d’arma da fuoco mentre si trovava su un un’ambulanza, inizialmente data per morta, è stata ricoverata in condizioni disperate. Le ultime violenze si aggiungono ai sette morti delle prime ore di questa mattina, e portano ad un totale di 44 le persone uccise dalla ripresa delle violenze interpalestinesi la scorsa domenica.

Si tratta per mettere fine alle violenze Mentre si spara, sono in corso trattative frenetiche per giungere di nuovo a una tregua e a porre fine alle violenze. «C’è stata una conversazione telefonica fra il presidente Abu Mazen e il capo dell’ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal. I due hanno si sono detti d’accordo sulla necessità di porre fine ai sanguinosi scontri fra Hamas e Fatah a Gaza», ha dichiarato all’Afp Barghouti.

Israele colpisce Hamas: 4 morti Quattro miliziani della Forza esecutiva (Hamas) sono rimasti uccisi nel raid aereo condotto nella tarda mattinata da elicotteri israeliani Apache nella zona di Rafah, a sud di Gaza. Lo affermano fonti locali.

Il raid giunge all’indomani di un pesante bombardamento da parte di Hamas nei confronti della città israeliana di Sderot.

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