«Dalia e Giorgia tradite dall’altruismo»

da Verona

«Le nostre figlie avevano un’unica “colpa”: quella di essere troppo altruiste. E questo le ha tradite...». Concordano i genitori di Giorgia Busato e di Dalia Saiani, le due ragazze uccise in un agguato sull’isola di Sal. Per entrambe le famiglie parla Renzo Busato, 61 anni: «Avevamo delle figlie solari, amanti del loro lavoro, altruiste, e in questo frangente l’altruismo è loro costato caro, molto caro». I familiari ricordano Giorgia e Dalia come persone «fortemente legate ai propri affetti, sempre disponibili e mai diffidenti con nessuno. Qualità che questa volta sono risultate fatali». Nel rivolgere le condoglianze alla famiglia Saiani per la perdita di Dalia, la famiglia Busato ha sottolineato che Giorgia conosceva molto bene l’altra vittima. Il papà di Giorgia è un pensionato che in passato ha lavorato come dirigente presso il mangimificio Veronesi. Dopo le prime parole, l’uomo ha preferito lasciare al fidanzato della sorella di Giorgia il compito di leggere un comunicato della famiglia sull’accaduto. Giorgia era partita il 4 febbraio scorso per raggiungere l’isola di Sal. «La sua professione era quella di agente di viaggio e aveva da tempo intrapreso contatti e collaborazioni di successo con tour operator che commercializzano l’isola». Giorgia si occupava di viaggi da quando aveva concluso gli studi presso l’istituto per il turismo Guardini, e aveva individuato in Sal «una località che avrebbe conosciuto una forte espansione turistica».

«Da persona matura ed intelligente quale era - raccontano i familiari - aveva deciso di investire i suoi risparmi acquistando un appartamento del quale poi avrebbero usufruito durante le vacanze anche mamma Sandra e papà Renzo». I lavori di costruzione di questa casa erano appena stati ultimati. La sorella Silvia l’avrebbe dovuta raggiungere la prossima settimana per aiutarla a prenderne possesso».

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