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"Dall’appalto sui rifiuti alle nomine. Dicevano che io ero una cosa loro"

Le accuse: "Il consigliere regionale Udeur Ferraro chiese favori, notizie sulle gare e mi segnalò due perrsone per un concorso"

"Dall’appalto sui rifiuti alle nomine. Dicevano che io ero una cosa loro"

Il colloquio appena riportato conferma la comune volontà - sia della Lonardo (moglie di Mastella ndr) che di Nicola Ferraro (consigliere regionale e segretario provinciale dell’Udeur ndr)-, di esautorare dalla propria carica Luigi Annunziata. Le motivazioni che supportano l'operato del Ferraro travalicano interessi di partito e si arricchiscono di interessi personali non esauditi.

Sul punto un chiarimento arriva proprio dalle dichiarazioni dell’Annunziata il quale, sentito dal pm... riferisce delle richieste del Ferraro dirette a ottenere la nomina di primari ospedalieri e più in generale a pretendere di gestire in prima persona l’operato e le scelte del direttore generale. Ecco, in parte, le dichiarazioni rese:
«In passato il Ferraro, prima della rottura definitiva, è venuto varie volte da me per chiedermi favori o per ottenere informazioni su gare anche prima della pubblicazione; favori e notizie che ovviamente non ha mai ricevuto. Tra questi ricordo la nomina del facente funzioni primario in ginecologia di tale Passaretta Antonio ed io ho invece nominato nel febbraio di quest’anno il dottor Sergio Izzo, seguendo un criterio di meritocrazia.

Voglio precisare che all'inizio, alle ripetute richieste del Ferraro, fondate a suo dire su una presunta appartenenza di partito, in parte rispondevo evasivamente e in parte gli rappresentavo che in primo luogo io ero responsabile della mia azienda. Nella sostanza, la presentazione del Ferraro è stata quella di dover fare riferimento a lui per qualunque tipo di scelta.

Lei mi chiede se la richiesta del Ferraro si presentava come una richiesta di costruire un ponte politico-amministrativo o come una pretesa di fare riferimento a lui esclusivamente, quasi mi dovesse essere chiaro che, volendo o no, lui era il mio referente. Rispondo che è senza dubbio la seconda. Tale convinzione nasce non solo dai modi del Ferraro ma anche da una delle ultime conversazioni avute con lo stesso, proprio dopo la nomina di Izzo. Nell’affrontare il tema mi disse in modo sibillino di ricordarmi che ero stato nominato direttore generale grazie ai suoi voti, circostanza peraltro non veritiera come dissi al medesimo Ferrara. Dopo questo episodio si sono interrotti i rapporti definitivamente e lo stesso ha presentato interpellanza al consiglio regionale contestando la legittimità della mia nomina. L'assessore Montemarano rispose che i titoli erano stati verificati prima della nomina e il Ferrano rispose in pubblica seduta di consiglio regionale per verificare i miei titoli.

In particolare agli inizi della mia gestione, come prima o seconda visita di azienda, il Ferraro introdusse immediatamente il tema della gara per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri e mi chiese notizie in via di anticipazione, dicendomi che qualsiasi cosa facevo dovevo rivolgermi a lui, anche prima di redigere il capitolato. In quell’occasione mi consigliò di fare una raccolta di qualità, circostanza che io riconduco a una gara a corpo e non a peso. Non solo non gliele diedi ma quando mi sono accorto, qualche settimana addietro, che su venti ditte invitate dopo il capitolato solo 4 hanno risposto, mi è sorto il dubbio sulla regolarità della gara e ho deciso di revocare la gara, e di rifare il capitolato (...)

Il capitolato lo fece il direttore amministrativo Natalino Russo, persona che conoscevo perché inviatami dal senatore Barbato. Si tratta in effetti di nomina fiduciaria. Era inserito in un albo regionale dei direttori amministrativi, e già aveva svolto funzioni ad Aversa, al Cardarelli, al Policlinico e al Monadi quale provveditore. Attualmente Natalino Russo non è più nel nostro dal 1° aprile del 2007 per raggiunti limiti di età. Il 18-19 gennaio 2006 il senatore mi chiese se potevo prendere in considerazione la sua nomina e anche se sapevo che non poteva restare in carica per oltre un anno (...)

Per il vero ha contribuito alla sua non conferma anche il suo modo di svolgere le funzioni. Ho avuto la sensazione che il Russo si servisse della sua bravura ed esperienza per rivestire un ruolo non suo, creandomi forti attriti interni, terminati infatti con la sua andata via.
Tornando all’appalto, il capitolato era a corpo, circostanza che mi era stata manifestata dal Ferraro; oggi intendo farlo a misura. Pensai che il capitolato era stato fatto per favorire il Ferraro o meglio qualcuno dei suoi anche perché era l'unico che me ne aveva e me ne abbia mai parlato.

Mi è stato detto che il Ferraro all’esterno diceva che il direttore generale, cioè io, “è cosa mia” e per parlare con me dovevano rivolgersi a lui; cosa non vera. I rapporti si sono così logorati che il Ferraro ha fatto due interpellanze contro di me, che nulla avevano di politico ma erano dettate dalla sua avversione contro di me e contro la mia gestione autonoma.

L’ostilità del Ferraro evidentemente è legata alla mia posizione di ostacolo ai suoi interessi nel senso che spesso mi chiedeva cose, richieste a me dirette che non ho mai accondisceso.

Per esempio mi chiedeva di trasferimenti di personale medico da una sede all'altra, da un luogo all'altro. O ancora mi chiedeva, dandomi un appunto per un concorso per nefrologia, per il quale segnalava due persone...».

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