Dall’Arco al "cubo" ecco tutte le opere restituite alla città

Taglio del nastro per il restauro di tre monumenti. Ultimati i lavori per il parcheggio di piazza Meda mentre la statua a Garibaldi in Cairoli è stata liberata dalle impalcature. Le vertenze con le imprese e ricorsi hanno rallentato le operazioni

Dall’Arco al "cubo" 
ecco tutte le opere 
restituite alla città

Estate, è tempo di lavori. Le afose giornate milanesi scorrono a ritmo di martelli pneumatici, betoniere e saldatori: binari del tram, sostituiti, pavé rinnovati, parcheggi ultimati. Buche "tappate". E per cantieri che si aprono ce ne sono altri che chiudono, come quello del parcheggio sotterraneo di piazza Meda. L’inaugurazione ufficiale dell’autosilo e della piazza rinnovata è fissata per la settimana prossima, mentre giovedì sarà la volta del taglio del nastro per l’Arco della Pace. Non solo, altri monumenti sono tornati finalmente a risplendere: il "cubo" di Aldo Rossi in via Manzoni e della statua a Garibaldi in largo Cairoli.
Tutto è pronto in piazza Meda per la cerimonia: la viabilità, modificata da lontano 2004, è stata ripristinata, il parcheggio ultimato, la sistemazione superficiale anche, con una novità: è tornato a splendere il Sole, ovvero il disco di Arnaldo Pomodoro, che venne spostato davanti al teatro Strehler quando venne aperto il cantiere. Ecco allora che a giorni il garage, realizzato in project financing, diventerà operativo, anche se con tre anni di ritardo, e la piazza restituita ai milanesi. La sistemazione superficiale, studiata con il maestro Pomodoro, è stato pensata per valorizzare il disco, che è stato già posizionato su un manto erboso leggermenete sopralelevato.
Taglio del nastro giovedì per l’Arco della Pace il cui restauro si è finalmente concluso un paio di mesi fa. Avviato nella seconda metà degli anni Novanta il cantiere, chiuso temporaneamente per mancanza di fondi, è stato riaperto nel 2007 per chiudersi a maggio. I lavori di pulitura del gruppo scultoreo firmato da Sangiorgio e di consolidamento, è stato diretto dalla Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici della Lombardia e finanziato dal ministero (700mila euro) e dai privati, grazie ai proventi della pubblicità sui ponteggi (300mila euro).
Non sempre però la pubblicità in cambio del restauro ha dato i risultati attesi: è il caso del monumento a Garibaldi in largo Cairoli e dell’omaggio a Pertini di Rossi in via Manzoni. Le due sculture, infatti, sono state liberate il 30 giugno dei ponteggi che li ricoprivano dal 2008, con un’azione di forza del Comune, anche se le opere non sono state ultimate. È l’epilogo fallimentare dell’operazione "Monumenti d’Italia", lanciata dal ministero per i Beni culturali nel 2007, in base a cui la Impredcost avrebbe finanziato i lavori in cambio di pubblicità sulle impalcature. Ma su dieci opere inserite nell’elenco, ne sono state "ripulite" solo la metà e parzialmente, con tanto di ricorsi la Tar, ritardi, intoppi. A giugno la decisione: Palazzo Marino decide di ritirare la concessione per la pubblicità a fronte delle gravi inadempienze della Impredcost, mentre il ministero sta rivedendo i termini dell’accordo. L’impresa campana ricorre al Tar contro la decisione del Comune e perde. Ecco allora che l’amministrazione, forte appunto della sentenze del tribunale, si è riappriopriato dei monumenti. Venerdì il perito del tribunale valuterà l’entità dei costi del restauro e del lavoro ancora da fare. Vede il bicchiere mezzo pieno l’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo: "L’obiettivo è stato parzialmente raggiunto, perché - anche se da completare - le opere hanno beneficiato di un restauro che attendevano da anni.

Ora continuiamo per la nostra strada: a settembre bandiremo una nuova gara, ma stiamo ancora valutando se sarà il Comune a finanziare i lavori grazie ai fondi delle opere pubbliche o se ricorrere ancora a questo sistema: finanziamento privato in cambio di pubblicità, che credo sia sempre vantaggioso per l’amministrazione".

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