Gian Micalessin
I soldi anche per questa volta sono arrivati. Ma lassegno di 64 milioni di euro devoluto ieri allUnrwa, lagenzia Onu che finanzia scuole e servizi sociali palestinesi, rischia di essere lultimo. Prima di consegnare quei soldi indispensabili per pagare gli stipendi degli insegnanti palestinesi, la signora Benito Ferrero Waldner, responsabile delle Relazioni esterne dellUnione Europea e il ministro degli Esteri austriaco Ursula Plassnik hanno ammonito Hamas e lAutorità nazionale palestinese. «Hamas è a un crocevia, deve decidere la strada da prendere», ha detto la Plassnik nella riunione dei ministri degli Esteri a Bruxelles. «Per lEuropa è cruciale comprendere la posizione della nuova Anp sulla violenza, sul riconoscimento dIsraele e sugli accordi assunti in precedenza», ha ricordato la Waldner allungando lassegno a Karen Abu Zayed, numero due dellUnrwa.
Le parole delle due signore della Ue erano rivolte a Ismail Haniyeh, il premier designato da Hamas, e al presidente palestinese Abu Mazen che sabato notte ha ricevuto la lista dei ministri e i programmi del nuovo governo. In quei programmi, che Mazen ha già annunciato di voler accettare, manca qualsiasi rinuncia alla violenza, qualsiasi impegno a riconoscere Israele, qualsiasi sottoscrizione degli accordi siglati in passato dallAnp. Al posto di quegli impegni, ritenuti indispensabili da Ue e Usa, solo la vaga promessa di «affrontare con responsabilità gli accordi esistenti e le iniziative di pace».
Il manifesto, oltre a non menzionare alcuna rinuncia alla lotta armata, definisce «la resistenza in tutte le sue forme un diritto legittimo, indispensabile per metter fine alloccupazione e recuperare i propri diritti». Un programma molto lontano, insomma, dalle aspettative minime della Ue. Un programma che se accettato da Mazen, tuona il ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz, ratificherà un «governo terrorista».
La Waldner e la Plassnik si limitano a far capire che, di questo passo, Bruxelles potrebbe congelare gli aiuti annui per oltre 500 milioni di euro, tagliando di fatto un quarto del fatturato dellAnp. Ma lUe non sbatte ancora la porta in faccia ad Hamas. «Pur lasciando le porte aperte in attesa di cambiamenti positivi ribadiamo che non verremo meno ai nostri principi», ha concluso la Waldner allungando lassegno di 64 milioni. La somma fa parte degli impegni decisi per tappare il buco causato dal blocco delle rimesse doganali per oltre 50 milioni di dollari mensili raccolte da Israele per conto dellAnp.
Mentre la Ue assolveva i suoi impegni nella Striscia di Gaza, si consumava unaltra giornata di disordini e incertezza. In mattinata gli scontri tra polizia e gruppi armati lanciati allassalto del ministero degli Esteri e di una centrale elettrica per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi si sono conclusi con sei feriti. Nel pomeriggio è rapidamente sfumata la speranza di una ripresa dei rifornimenti capace di alleviare la penuria di generi alimentari. Il valico di Karni aperto per due ore è stato nuovamente sbarrato dagli israeliani dopo il passaggio di sei camion di farina e zucchero. La repentina chiusura, per gli israeliani, è dovuta a nuove segnalazioni di attentati al valico.
La motivazione è la stessa usata per giustificare la serrata che negli ultimi due mesi ha prosciugato i magazzini palestinesi. La riapertura di Karni era stata decisa dopo i colloqui tra funzionari israeliani e palestinesi organizzati dallambasciatore americano Richard Jones con la partecipazione di diplomatici europei ed egiziani.
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