Dall’Unione ultimatum al governo Orban

La Commissione europea contro Budapest. Dopo una serie di avvertimenti, l’esecutivo Ue ha annunciato l’apertura di una triplice procedura d’infrazione contro la mancata modifica di alcune riforme varate dal governo del conservatore Viktor Orban. Nel mirino di Bruxelles sono finiti provvedimenti che si traducono in un maggior controllo sulla Banca centrale, in limitazioni alla tutela dei dati personali e ad una minore indipendenza della magistratura. Il regolamento prevede che in caso di mancata ottemperanza, la Commissione emette un parere motivato, con cui ufficializza la diffida nei confronti dello Stato membro sottoposto a procedura. Se dunque da Budapest non giungeranno gli annunci attesi, il governo Orban riceverà la diffida formale. «Solo un cambiamento delle legislazioni in questione potrebbe placare la Commissione», ha commentato Viviane Reding, commissario alla Giustizia. Il 24 il presidente Jose Manuel Barroso riceverà a Bruxelles Orban, nel tentativo di evitare uno scontro aperto.

L’auspicio è che le autorità di Budapest apportino le modifiche, per non perdere gli aiuti di Ue e Fmi, di cui hanno bisogno per scongiurare il rischio di una bancarotta. «L’Ungheria è pronta a risolvere tutte le questioni sollevate dalla Commissione europea». È l’assicurazione fatta dal ministro dell’ informazione ungherese, Zoltan Kovacs, parlando al Parlamento europeo a Strasburgo

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