Dalle stelle "Lazarus", l'ultimo dono di Bowie

La storia dell'alieno Newton (Manuel Agnelli). Show di Malosti tra musica, video e danza

Dalle stelle "Lazarus", l'ultimo dono di Bowie
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Uno dei giorni più tristi della storia della musica moderna, quello della scomparsa del Duca Bianco, lo chiamavano anche così David Bowie (1947-2016). La super-star, non solo del rock, ma anche di molte altre cose, un campione che seppe catturare e interpretare il suo tempo nei più diversi modi (dalla moda al teatro, dal cinema alla cultura di massa), prima di dire, troppo presto, addio al mondo, lasciò un ultimo «regalo». Questo potrebbe essere considerato «Lazarus», un inconsueto (e per certi versi straordinario) pezzo di «teatro musicale», scritto da lui, prima della scomparsa, insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh. Bowie, seppur piegato dalla malattia, lasciò questo lavoro insieme all'ultimo album: «Blackstar». Già, proprio così.

A otto anni dal debutto a New York, lo spettacolo «Lazarus» è andato in scena per la prima volta in Italia nel marzo del 2023 per la regia di Valter Malosti, che ha curato la versione italiana avvalendosi anche dei consigli di Enda Walsh, con cui Malosti aveva già collaborato in passato. Adesso lo show arriva al Teatro Arcimboldi (da oggi alle ore 21, fino al primo giugno, la domenica alle 16). Notevole il cast: 11 performer e 8 musicisti. Nel ruolo del protagonista (Newton) Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours. Al suo fianco, la cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego. A più mezzo secolo dal romanzo originale «The Man Who Fell to Earth» di Walter Tevis, e a 40 dall'omonimo film di Nicholas Roeg, che ha visto Bowie come attore, l'artista britannico ha scelto di riprendere in «Lazarus» le fila dell'infelice storia del migrante interstellare Newton, costretto a rimanere sulla Terra. Nella versione di Bowie e Walsh, l'alieno è ancora prigioniero sulla Terra, sempre più isolato nel mondo, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin: un moribondo che non riesce a morire. In questa situazione disperata Newton riceve segnali dal passato attraverso la Tv, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. Nel «Lazarus» diretto da Malosti musica, arte visiva, teatro, danza e video-arte si fondono per dar vita a una esperienza di «teatro totale», in cui gli artisti sono i medium di uno straordinario flusso di energia. «Lazarus» è un'opera sofisticatissima ma al tempo stesso popolare che parla del «nostro» viaggio di migranti sulla terra. Di Bowie/ Newton scompare il corpo ma rimane in dono la preziosa e altissima qualità dei suoi testi musicali (sempre più evidente) e l'energia che attraverso la sua musica ci salva e ci fa vibrare.

Lo spettacolo include numerosi brani fra

i più celebri di Bowie e quattro pezzi musicali scritti appositamente per questo lavoro, legati in modo da costruire una frammentata e affascinante drammaturgia parallela, tra cui il capolavoro che dà il titolo all'opera.

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