da Milano
Gli uomini che stanno al vertice del gruppo più indebitato dItalia sono, in realtà, dei milionari (in euro). Prendiamo Carlo Buora, da venerdì vicepresidente di Telecom con tutte le deleghe opoerative: quello che è stato laffare della vita per Tronchetti Provera e per la Pirelli, lo è stato anche per lui. Dalla cessione della divisione sistemi ottici alle americane Corning e Cisco, grazie a un fortunato piano di «stock option» i più alti dirigenti si spartirono nel 2001 qualcosa come mille miliardi dellepoca, una cifra che fa impressione anche cinque anni dopo. Se al numero uno - Marco Tronchetti Provera - andò un premio, al lordo delle tasse, di circa 450 miliardi di lire, il premio di Carlo Buora, lamministratore delegato della Pirelli, ha sfiorato i 200 miliardi (altri 300 andarono a Giuseppe Morchio, che portava i gradi di direttore generale, e che successivamente fu amministratore delegato del gruppo Fiat). Buora ha sessantanni, una laurea alla Bocconi - come Tronchetti, che ha due anni meno di lui - e ha cominciato come bancario alla Bnl. Poi diventa - siamo nel 1979 - responsabile dellarea finanza della Merloni Finanziaria. Tre anni dopo passa alla Snia Viscosa, sempre come direttore finanziario; nel 1984 lazienda viene acquistata dalla Fiat, e nel 1989 diventa vicedirettore generale di Telettra, che allora gravita nellorbita di Torino. Nello stesso anno lascia il gruppo Fiat e diventa direttore generale del gruppo Benetton.
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