Stile

Dall'Olanda con rigore: Rutte, il gin come una volta

Viaggio nella distilleria di Dordrecht, che dopo 150 anni si è affidata a una donna

Marco Spiridigliozzi

Dordrecht (Olanda) Quando Simon Rutte si trasferì a Dordrecht a metà dell'800 ed iniziò ad occuparsi di distillati, non poteva immaginare che quasi 150 anni dopo tutto sarebbe rimasto ancora lì, nella stessa palazzina al centro della cittadina olandese. Concetto abusato quello del «c'era una volta ed è ancora lì», ma chi ha la fortuna di visitare le Distillerie Rutte può testimoniare che dopo otto generazioni i metodi di produzione non sono molto diversi dal 1872: sempre e solo prodotti naturali, senza coloranti e aromi artificiali.

Al 130 di Vriesestraat se si esclude il furto dell'alambicco «Vulcan 2» durante un bombardamento della Seconda Guerra Mondiale richiama il passato. A partire dalla scritta sul muro nei tipici caratteri di inizio Novecento: SA Rutte and Zoon, Distilleerderij Likeurstokerij. Ma il futuro avanza e ha il volto e la professionalità di Myriam Hendrickx, prima master distiller non proveniente dalla famiglia Rutte: «Da sempre la distilleria era stata gestita e guidata da membri della famiglia racconta -, ma dopo la morte di John mi ritrovai sola nella gestione operativa. Mi sono lasciata guidare dalla filosofia del fondatore Simon Rutte».

Creatività, tecnica e tradizione però non bastano. La natura è tiranna: «Non è facile spiega il botanico Dimitri Jacobs -: la stagionalità di erbe e frutta è un'incognita. Così variamo il più possibile le miscele, così da non dipendere da un solo ingrediente e da ottenere lo stesso l'equilibrio». Già, le botaniche: spesso le protagoniste dei distillati vengono raccolte a mano nei boschi circostanti, come nel caso dei prugnoli per lo Sloe Gin. Lo zucchero invece non è benvenuto: «Ne usiamo in quantità minime», rivela Hendrickx. Una filosofia semplice e ortodossa che ha particolarmente colpito De Kuyper, la storica azienda olandese fondata nel 1695, che nel 2011 ha acquisito Rutte.

Curiosando tra le stanze dello storico negozio, tra i vecchi appartamenti dei proprietari, le sale riunioni e la tasting room, si trovano oggetti del secolo scorso. Al piano terra, il negozio che da su Vriesestraat e nel retrobottega la distilleria vera e propria, con i suoi tre alambicchi dalla forma caratteristica. Visti gli spazi ristretti, l'imbottigliamento è l'unica cosa che avviene esternamente alla sede storica. La produzione che spazia dai genevers ai liquori fino alla vodka e al gin si aggira intorno ai 120mila litri di distillato annui. E il marchio in Italia è distribuito da Rossi&Rossi, storico importatore e commerciante di spiriti di Treviso.

Tra i prodotti di spicco distribuiti in Italia, c'è lo Sloe Gin (30% vol), liquore di bacche di prugnolo con aromi di ginepro, fiori d'arancio, coriandolo, ciliegia, radice di giaggiolo, galanga, genziana, ribes nero, vaniglia e malto: sapore godibile e interessante per la mixology. Poi c'è l'Old Simon Genever (35% vol), distillato di grano con un blend di 14 erbe botaniche, nocciola e noci; quindi il Dry Gin (43%), a base di bacche di ginepro e aromi di coriandolo, finocchio, angelica, cassia, radice di giaggiolo e scorze di arancia amara; ed infine il Celery Gin (43%), distillato di bacche di ginepro, foglie di sedano, cardamomo, coriandolo, radice di angelica e scorze di arancia dolce.

Per tutti, lo stesso spirito alla base: «Tutti nascono dall'approfondimento delle caratteristiche aromatiche di una pianta e da un esperimento continuo nel combinare e bilanciare gli ingredienti. L'obiettivo è ottenere armonia ed equilibrio», conclude Hendrickx.

Che poi si lascino anche bere con piacere, va da sé.

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