Non che il cattolicissimo Cristoforo Colombo applicasse alla lettera il Vangelo nei rapporti con i nativi dAmerica. Ma certo che potesse finire nel mirino della penna di Dan Brown come già accaduto per le alte sfere della gerarchia della Chiesa cattolica, era cosa impensabile. A dire la verità il più abile e «acquistato» autore di romanzi degli ultimi anni non è che dedichi al navigatore tutto lo spazio in precedenza riservato a papi e principi della dottrina. Ma le poche righe apparse in «Crypto», il suo romanzo di più recente pubblicazione, valgono per graffiante sarcasmo più di qualsiasi capitolo. E in più, rispetto alle teorie sulla storia di Cristo, della Maddalena e della Chiesa cattolica, hanno il pregio di una maggiore originalità.
La stoccata a Colombo, ai suoi agiografi e anche allorgoglio spagnolo in generale, arriva a inizio romanzo. La scena è ambientata a Siviglia. La città dellAlcazar e della Giralda non ci fa una gran bella figura fin da subito, ma il colpo da ko glielo riserva un poliziotto della Guardia Civil proprio nel tentativo di magnificarne le bellezze storiche e paesaggistiche. Parlando con un americano arrivato per conto di unagenzia nazionale statunitense, il tenentino se ne esce con il vanto più importante. Il «turista» non dovrebbe perdersi loccasione di fare un passo nella cattedrale cittadina, dove sarebbero custoditi i resti di Cristoforo Colombo. Da buon americano, il suo interlocutore gli fa notare che quella è una teoria, almeno è una delle due più praticate. E laltra vuole il navigatore sepolto nella Repubblica Dominicana. Il poliziotto si scalda, e Dan Brown gli concede la «vittoria» nella diatriba. Gli lascia dire che i veri resti di Colombo sono a Siviglia. Salvo poi la stilettata finale (e letale): «Certo, non abbiamo tutto il corpo - si fa sincero il tenentino -. Sólo el escroto».
Parte anatomica che fa sogghignare lamericano del romanzo. E soprattutto fa infuriare gli spagnoli della realtà, almeno a giudicare dagli articoli che «El Paìs» ha dedicato alla citazione. Il più autorevole quotidiano spagnolo si è addirittura preso la briga di far rimarcare che «lo scroto è un tessuto effimero. Anche se fosse quello di Cristoforo Colombo». Come dire che se fosse così, nella cattedrale di Siviglia non sarebbe più conservato un granché.
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