Roma - Per farci ridere di più, Serena Dandini ha arricchito con un gabinetto di decenza la scenografia della sua trasmissione, Parla con me. Il water con sciacquone si aggiunge al tradizionale salotto con divano in cui la anchor-woman intervista gli ospiti. L’innovazione, che testimonia lo stato di grazia che attraversa la comicità intelligente dell’autrice, è andata in onda ieri sera su Rai3 nel siparietto di pochi minuti intitolato Lost in Wc, ossia Perdute nel cesso. La visione di questo «00» accompagnerà i fan della satira di sinistra ogni sera dal martedì al venerdì, per un totale di 117 puntate.
Il wc in questione è la riproduzione in studio dell’elegante bagno di Palazzo Grazioli, residenza del Cav, e allude alla nota vicenda delle escort che in esso facevano toilette prima di partecipare alle cene del premier. In sostanza una presa per i fondelli del capo del governo che, iniziata il giorno del suo compleanno (ieri ne ha compiuti 73), andrà avanti finoa tutto aprile 2010. Dopo Ballarò e Anno- Zero e prima dell’imminente Che tempo chefa di Fabio Fazio, l’exploit della Dandini testimonia il coraggio e l’incomprimibile desiderio di libertà dei pochi che si oppongono alla dittatura del centrodestra su stampa e tv.
Nei giorni precedenti, Serena aveva presentato con orgoglio la sua creatura, annunciando che parteciperà alla marcia per la libertà di stampa organizzata dalla Fnsi e dalla Cgil. «A te nessuno ha messo i bastoni tra le ruote. Chi te lo fa fare?», le è stato però chiesto. Ma lei ha risposto a nome di tanti angariati: «Ci sentiamo intimoriti, passati al setaccio, un’attenzione così astiosa della politica sulla Tv non l’avevo mai vista prima». Ci ha pensato un po’ su e ha aggiunto: «Non abbiamo il bavaglio ma censura è anche non farti lavorare serenamente». Le stava accanto il direttore della Terza Rete, Paolo Ruffini, che le ha dato manforte. «Dandini, Santoro, Flores e Gabanelli sono la ricchezza della Rai. La pluralità di idee è l’essenza del servizio pubblico», ha detto facendo coincidere la pluralità con l’antiberlusconismo. Infatti, tra i tesori della Rai, non ha citato Bruno Vespa, il solo che non azzanna il mostro per partito preso. Poi si meravigliano che milioni di telespettatori si entusiasmino per lo sciopero del canone.
Per la prestazione di questa stagione, Dandini guadagnerà - stando a un’inchiesta - 710mila euro. La signora, che oggi ha 55 anni, è da quasi trenta alla Rai, pagata da due generazioni di utenti che probabilmente neanche la sopportano. Il solo periodo in cui non l’hanno sovvenzionata è stata quando il Cav l’ha remunerata di tasca sua assumendola a Mediaset. «Può una di sinistra lavorare per Mediaset?» le fu chiesto con tono di rimprovero. «Io non sono una comunista bulgara, io sono per il libero mercato», rispose con la stessa disinvoltura con cui dice che nessuno le ha messo il bavaglio,masfila egualmente contro la stampa imbavagliata.
Con Mediaset, in ogni modo, durò poco perché, non potendo per ovvie ragioni di decenza dare troppo addosso al datore di lavoro, lo share era basso. Come successe con Santoro, se ne andò via presto per tornare con l’unica azienda che le consente di dare sfogo al suo sinistrismo,guadagnando a palate: la Rai del canone. Afuria di strafare in tv, Serena è diventata un’icona della sinistra. Ha partecipato ai girotondi nei primi anni 2000, ha sponsorizzato due gay pride nel 2002 e nel 2007,ha sostenuto con spettacoli gratuiti la ricandidatura 2006 di Veltroniasindaco di Roma e, nello stesso anno, il tour elettorale del candidato del Pd, Piero Fassino.
Il suo destino, diciamo così, «progressista», non era scritto nelle stelle: l’ha scelto. Romana e nobile, di una piccola nobiltà papalina, con un doppio cognome, Dandini De Sylva, Serena è cresciuta in un ambiente di destra. Lo era il padre avvocato, lo era il Liceo che ha frequentato, il Giulio Cesare, notoriamente fascisteggiante ai suoi anni. Presa la laurea alla Sapienza in Letteratura anglo-americana, entrò in Rai virando di 180 gradi.
«Non mi sonorisparmiata niente», ha raccontato. Se la fececoni giovanicomunisti della Fgci, Lotta continua, Potere operaio. Ebbe un’intesa militanza femminista con annesse sedute di autocoscienza. Fu una donna, sua docente all’università, a segnalarla alla Rai dov’è dunque entrata col solito pedatone. Ma tre anni fa, dimentica dei trascorsi, ha sentenziato: «In Rai va aperta la questione morale. Non possono contare solo le raccomandazioni». Si è sposata tre volte, sommando cognomial già lungocognome, e ha una figlia. Non si è fatta mancare una fase ecologista andando a vivere in campagna col secondo marito. Poi, scoperto che «con i polli non si poteva vivere», buttò all’aria fattoria ematrimonio.
Al donnismo è rimasta a lungo fedele. Con Corrado e Sabina Guzzanti fece la Tv delle ragazze su Rai 3, lanciando Angela Finocchiaro e Cinzia Leone. Anche le sue preferenze politiche sono per il gent il sesso. Tra le prescelte, Prestigiacomo e Rosy Bindi. Non che detesti gli uominiconi quali, negli ultimi anni, ha fatto molta tv a cominciare dalla sua spalla, Dario Vergassola, detto Littizzetto dei poveri per i suoi continui doppi sensi a sfondo sessuale, meno riusciti però del modello in gonnella.
I maschi comunque le stanno bene solo se di sinistra. «Chi ti piace?», le hanno domandato. «Pecoraro Scanio è un bell’uomo. Cofferati. Diliberto. Vendola». «Chi non ti piace?». «Schifani è brutto. Ha la forfora che buca il video», ha risposto con eleganza. Un altro che detesta è Maurizio Belpietro. Si diverte a farlo imitare daunodei suoi guitti sia in tv sia al Teatro Ambra Jovinelli, locale romano di cui è direttore artistico. Il finto Belpietro è sullo sfondo e ringhia come un cane furioso.
«Stia buono, ora parliamo anche di lei», gli dice Serena. Quello ringhia di nuovo e l’altra lancia: «Stia calmo, tra poco sarà direttore del Tg2». Belpietro guaisce soddisfatto e si accuccia. Dandini? Se la conosci, col pifferoche paghi il canone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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