Roberta Pasero
Diceva Oscar Wilde: «Londra abbonda troppo di nebbie e di gente seria. Se siano le nebbie che producono la gente seria o se sia la gente seria che produce le nebbie non saprei dire». Certo, i tempi sono cambiati, la capitale della Gran Bretagna ha perso una parte del suo aplomb anglosassone, è diventata con gli anni eccentrica e tecnologica, swinging e punk, irriverente e al neon, pur mantenendo salde le tradizioni aristocratiche e snob, austere e dandy, molte retaggio millenario della Casa Reale.
Qual è allora il vero volto di questa città di transito abitata da 7 milioni di cittadini di ogni razza e cultura e frequentata da 30 milioni di visitatori l'anno? I nostri lettori potranno scoprirlo da oggi nel volume dedicato a Londra, terza guida della serie Traveler di National Geographic (in edicola a 7.90 euro). Una metropoli divisa in due dallo scorrere lento e tortuoso del Tamigi: di qua, la riva nord con la zona più austera di Londra, con Westminster e la City, di là la riva sud con la città dei divertimenti, con i musei più moderni e le sale da concerto, i ristoranti e i locali notturni che formano il più vasto complesso artistico dell'Europa occidentale. In mezzo una miriade di emozioni differenti che soddisfano la curiosità dei turisti più esigenti, da scoprire magari proprio risalendo il fiume fino a Greenwich o a Hampton Court, sempre tenendo d'occhio la celeberrima torre del Big Ben.
Una megalopoli raccontata come sempre, secondo lo stile inconfondibile del National Geographic, attraverso gli approfondimenti storici, culturali e di vita quotidiana, le descrizioni infinitesimali dei luoghi, persino i più segreti e situati nei dintorni della città, da Oxford a Brighton, da Stonehenge a Stratford on Avon, centonovanta fotografie e diciannove cartine a colori, anche pedonali e automobilistiche, planimetrie e disegni, informazioni turistiche di ogni tipo sulla città da visitare in superficie a bordo degli inconfondibili bus multipiano e nel sottosuolo zigzagando sulle quattordici linee metropolitane dell' «undergound». E che ripercorre anche una Londra letteraria e cinematografica, descritta in molti capolavori dall'epoca di Chaucer, Shakespeare, Dickens e Conan Doyle a quella recentissima di sir Betjeman e Peter Ackroyd.
Certo non mancano le tappe immancabili per chi visita Londra per la prima volta, la National gallery e Piccadilly circus, il cambio della guardia a Buckingham palace e Trafalgar square, il Tower Bridge e il Covent Garden, ma sfogliando le pagine della guida si ha la certezza che c'è anche una capitale più moderna e all'avanguardia, quella, per esempio, del Museo delle scienze interattivo che consente anche di testare la propria forma fisica e abilità sportive contro atleti professionisti, dei Docklands rivisitati da un grandioso progetto di rinnovazione architettonica e attraversati dalla ferrovia leggera e da un tunnel pedonale sotto il Tamigi, del Millennium Dome, una gigantesca e costosissima struttura simbolo del nuovo millennio, e del British airways London Eye, unenorme ruota che domina la capitale compiendo una circonferenza completa e da dove, salendo a bordo di capsule trasparenti, è possibile ammirare il panorama londinese più strepitoso.
Ma c'è anche una città nella città ed è impossibile resistervi: si chiama Harrods e qui quattromila impiegati servono trentacinquemila clienti dislocati in trecento reparti su sette piani incassando ogni giorno oltre un milione e mezzo di sterline. Perché non dimentichiamo che l'altra tentazione di Londra è proprio lo shopping che passa dagli storici mercatini di Portobello road e di Petticoat Lane Market e dai gadget ispirati dalla famiglia reale al gran completo, che sfiora i negozi superspecializzati come Books for Cooks, la libreria più fornita al mondo di libri di cucina, o 1647 per signore che portano taglie superiori alla 56, e che arriva alle boutique dell'inavvicinabile, come Asprey & Co. con i suoi macinapepe placcati d'oro, o alle ottocento botteghe che sopra la porta d'ingresso portano lo stemma reale e la scritta «By appointment» a significare che sono fornitori ufficiali di Buckingham palace.
A questo punto non rimane che regolare gli orologi e farsi trovare alla fine della mattinata all'Old royal observatory di Greenwich, proprio dove passa la linea del meridiano che segna il confine tra emisfero ovest ed emisfero est, al grado zero di longitudine: qui puntualmente alle tredici la Time Ball sulla torretta si abbassa in modo che i marinai di passaggio possano sincronizzare gli orologi, secondo un rito che dal 1833 si ripete immancabile ogni giorno.
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