Controcultura

"Into the Dark" la paura è troppo americana

Ora che in rete si trova di tutto, il servizio pubblico risponde con il portale RaiPlay che, oltre a funzionare da archivio per ciò che ci siamo persi negli orari canonici, ultimamente inserisce materiali inediti che difficilmente, schiavi dello share, sarebbero stati programmati.

"Into the Dark" la paura è troppo americana

Un tempo, quando il palinsesto televisivo non era così ricco di offerte tanto da rendere pressoché impossibile la visione di tutto ciò che vorremmo, in estate la Rai programmava nelle fasce meno frequentate - il primo pomeriggio, a tarda notte - film e telefilm di culto, rarità, curiosità, riscoperte. Ora che in rete si trova di tutto, il servizio pubblico risponde con il portale RaiPlay che, oltre a funzionare da archivio per ciò che ci siamo persi negli orari canonici, ultimamente inserisce materiali inediti che difficilmente, schiavi dello share, sarebbero stati programmati. Evidente segno dei tempi davvero mutati, se anche la Rai prova ad adattarsi a un diverso uso e consumo della televisione, proponendo così una credibile alternativa al generalismo in via di estinzione.

Storicamente la stagione calda ama gli horror e i thriller, generi popolari non privi di autentiche gemme autoriali, manna per cinefili e appassionati. RaiPlay propone dunque da alcuni giorni Into the Dark - Nel buio, la serie antologica horror prodotta da Blumhouse Television e distribuita da Sony Pictures Television che ha ottenuto molto successo in America per via della grana stilistica tipica da indipendent movie, anche se un po' artefatta. Ogni episodio, dei dodici pubblicati sul portale a gruppi di tre, è in realtà un film indipendente, dura poco più di un'ora e si ispira ad altrettante diverse festività negli States, a cominciare da Halloween, ormai gettonatissima anche da noi, proseguendo con il Giorno del Ringraziamento e Natale.

Parliamo di televisione ben fatta, sufficientemente curata e realizzata con una certa maestria, eppure resta evidente la sensazione di un prodotto troppo americano, lontano dalla nostra cultura: bisogna dunque accettare luoghi comuni, dialoghi paradossali - in certi casi troppo insistiti, ormai qualsiasi sceneggiatore si crede Quentin Tarantino o almeno Robert Rodriguez - ed effetti comici non sempre convincenti e senza l'esasperato ipermanierismo dei migliori Bmovies.

Al momento sono disponibili le prime tre puntate, le prossime saranno pubblicate il 30 luglio. Cominciamo da Il corpo, storia colma di citazioni e rimandi che vanno da Fuori orario di Scorsese - il serial killer che gira per Manhattan portandosi dietro un corpo incellofanato come una scultura di George Segal - ad American Psycho di Ellis, in cui la vicenda stenta a decollare, appesantita dalla logorrea dei personaggi e dall'inesausto ricorso alla battuta di spirito che un horror classico mai concepirebbe. In carne e ossa racconta di una ragazza agorafobica e Pooka!, molto in stile Stephen King, il giocattolo regalato a Natale che nasconde inquietanti risvolti pericolosi.

Nonostante le discontinuità e qualche scivolone, Into the Dark si fa guardare senza particolari pretese, almeno fin qui.

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