Sabrina Cottone
Cè anche Leonardo da Vinci tra i protagonisti della storia che raccontano i reperti della Darsena, travi di legno del Quattrocento affiorate durante gli scavi del parcheggio. Gli esperti della Sovrintendenza pensano che si tratti di tracce della Conca progettata dagli ingegneri della Veneranda fabbrica del Duomo, quella che con un sistema di chiuse si innestava nella darsena di Porta Ticinese, punto di confluenza tra il Naviglio grande e il Naviglio pavese. Da qui insomma passava il marmo necessario a costruire le guglie della cattedrale.
Uno schizzo sul Codice atlantico di Leonardo, secondo gli studiosi, si occupa proprio di questo sistema ligneo che sembra sia stato messo a punto dagli ingegneri Aristotele Fioravanti e Filippino da Modena. «È unopera che va studiata e approfondita e che occupa una parte del parcheggio» spiega Anna Ceresa Mori, il funzionario della Sovrintendenza che ha accompagnato il sindaco, Gabriele Albertini, e lassessore ai Trasporti, Giorgio Goggi, durante il sopralluogo sul sito degli scavi, a visitare i nuovi reperti e le fondamenta di mura spagnole già venute alla luce nei mesi scorsi.
«Tra due o tre anni questo sarà la nostra Montmartre, ma ancora meglio. I lavori del parcheggio continueranno» assicura Albertini, tentato dallidea di un parco archeologico. Mentre guarda ciò che resta della Conca, chiede agli esperti se sia possibile «mantenere in superficie i resti e continuare negli scavi sotterranei». È evidente che lì tornerà lacqua e così è necessario trovare soluzioni innovative, inoltre il legno pone problemi di conservazione assai complessi. Ma lidea del «parco» piace anche a Giuseppe Villoresi, lingegnere titolare della società che coordina i lavori. «Amo le opere integrate e così lidea è di regalare un parco archeologico a costo zero per la città, inserito nel modo migliore nelle strutture del parcheggio». Il sovrintendente, Alberto Artioli, pensa sia possibile «una soluzione simile a quella di viale Majno», dove il parcheggio è stato costruito salvaguardando i bastioni e anzi offrendoli alla vista del pubblico e ipotizza di poter conservare i reperti lignei al Museo della scienza e della tecnica. Tutte ipotesi allo studio.
«In ogni caso rispetteremo i tempi previsti» assicura Goggi. Il via sarà ad aprile e poi si andrà avanti per due o tre anni. Ma è chiaro che il progetto esecutivo terrà conto di questi ultimi ritrovamenti: sarà definito solo a marzo ed è stato tenuto aperto proprio per poter tener conto dei risultati degli scavi archeologici.
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