Dopo vittoria dei sì ai 5 referendum ambientalisti, in particolare a quel 94,2% di sì al quesito numero cinque («Volete voi che il comune provveda alla risistemazione della Darsena quale porto della città ed area ecologica?») si moltiplicano i progetti e le proposte per la riqualificazione della Darsena. Architetti e progettisti sono stati chiamati a raccolta dallo studio di Emilio Battisti, architetto e docente di Composizione architettonica al Politecnico di Milano, per proporre allamministrazione amica i propri progetti per la riqualificazione della Darsena, attualmente ridotta a una palude.
«Dopo il grande coinvolgimento e il dilagante entusiasmo con cui abbiamo vissuto le elezioni comunali e i referendum è ora urgente riflettere e organizzarsi per valorizzare e sfruttare nel migliore dei modi lo straordinario risultato - scrive Battisti nellinvito -. Si apre un grande spazio di dibattito e approfondimento che ci mette in condizione di portare avanti il discorso, confrontandoci con gli assessori competenti su ciascun tema, passando dalla fase di pura enunciazione a quella che ci rende partecipi di specifiche responsabilità rispetto alla fattibilità dei programmi, alluso delle risorse e alla priorità degli obiettivi». Obiettivo: riunire tutti i progetti elaborati e presentarli al sindaco per «impegnare» il Comune a riqualificare lex porto.
Antonello Boatti, Umberto Vascelli Vallara, Marco Prusicki e Giovanni Cislaghi si sono incontratati per mettere insieme idee, disegni, schizzi, studi di fattibilità, ora si tratterà di fare sintesi prendendo gli spunti migliori di ogni progetto per arrivare a presentare un unico lavoro che sia della città. Peccato però che un progetto «dal basso» e partecipato, nato dal confronto e dalla collaborazione di comitati, cittadini e associazioni esista già e sia stato anche consegnato allamministrazione lo scorso dicembre. È la proposta di «valorizzazione e recupero» firmata da Marco Giachetti, architetto che ha coordinato il gruppo di lavoro Territorio e Urbanistica della Lega, Comitati cittadini dei Navigli, Italia Nostra, Fai, Wwf. Un progetto dei milanesi e già passato al vaglio del consiglio di zona 6. «Lipotesi nasce da un confronto con la città e i residenti - si legge nella relazione di accompagnamento - assai desiderosi di tornare a vivere questo spazio che è, a tutti gli effetti, un cuore antico e pulsante capace di rigenerare il sapore ed il colore di una milanesità che va sempre più scomparendo». Lidea sarebbe quella di ripristinare la funzione storica di porto dotandolo di una piccola marina che permetta anche alla canottiere di organizzare corsi di vela, canoa e canottaggio soprattutto per bambini, di mantenere la vegetazione cresciuta spontaneamente - come richiesto dal comitato «Darsena Pioniera», un piccolo lido, piste ciclabili e un museo dei Navigli «gestito dalle associazioni o dai comitati». «Invece che elaborare progetti nel chiuso dei loro studi e delle università - polemizza Marco Giachetti - e calati dallalto, perché non si prende in considerazione il nostro progetto che esprime giù quello che vogliono i milanesi, dal momento che è frutto dellascolto delle esigenze e delle richieste dei cittadini, dei comitati e delle associazioni?».
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