Il dato

Nell’ultimo weekend prima di Natale i milanesi hanno speso 45 milioni di euro in doni, il maggior picco registrato in tutto il mese. La festa più intima dell’anno è fra cinque giorni. Sabato 25 dicembre le piazze, le strade, i negozi di Milano saranno deserti, perché tutti resteremo in famiglia; il 90% degli italiani preferisce scaldarsi intorno al caminetto, dove gustare i doni gastronomici, che tra tutte le categorie di regali fanno la parte del leone.
Per antipasti, primi, dolci, frutta e bevande il Paese ha speso 2,8 miliardi di euro, convolati in pranzi, cenoni di Natale, vigilia e Santo Stefano, con un aumento dello 0,3% rispetto al 2009. Vincono ancora carne, pesce e ben cento milioni di panettoni. Tra i vini primeggia lo spumante nostrano che, protagonista dei 98% dei brindisi, batte di gran lunga il francese champagne, confermando l’orientamento del gusto verso il prodotto made in Stivale.
Solo un milanese su venti (4,5%) non festeggerà, perché non credente o di un’altra religione. Questi oggi i due motivi fondamentali, mentre passano in secondo piano, per fortuna, i problemi di salute e di solitudine. La città trabocca e splende, anche perché l’effetto crisi incide su sei persone su dieci (58,1%), un dato di molto inferiore alla media nazionale che si alza al 66%.
«Le compere natalizie possono diventare un elemento importante anche per la ripresa economica» ha detto Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano. E a quanto pare nessun milanese tradisce questo imput, visto l’assedio ai negozi di ogni tipo per cercare il pacchetto da mettere sotto l’albero. Anche lì la sorpresina di Babbo Natale continua ad essere in linea con la tradizione: se sulla tavola primeggia il cappone per il brodo, bevanda di caratura primordiale, sotto l’albero a vincere è sempre il capo di abbigliamento; seguono gli oggetti elettronici, quindi i libri, dvd e cd.
La spesa media per famiglia destinata ai pensieri di Gesù Bambino è di 430 euro, importo superire al 16% della media europea, dato che registra lo spirito di generosità di un Paese che vede ancora in queste festività di fine anno l’occasione più romantica per stupire i propri cari, gli innamorati, i vicini. E soprattuto i bimbi. A loro soprattutto viene dedicata una ricorrenza che li vede protagonisti con i loro giocattoli, animali veri o in peluches, dolci di tutti i generi.
Per loro i milanesi affrontano code, difficoltà di parcheggio, strade intasate, i rumori molesti di una metropoli indaffarata a cercare le ultime novità create per stupire gli occhi dell’infanzia. Per loro e ovviamente per tutti i bambini che rimangono sempre dentro a tutti noi, che ci fanno compiere in questi giorni i gesti più irrazionali. Quali i due negozi più assediati nella città di shopping? I due fenomeni commerciali sono Moncler in via della Spiga e lo statunitense Abercrombie, unico in Italia e secondo in Europa visto che l’altro punto vendita lontano dalla newyorkese Fifth Avenue è a Londra.

Forse è ancora una volta lo store di piazza San Babila, con le sue t-shirt, maglioncini e camicie, a vincere in fatto di tendenza e a mostrare code degne di un museo. Da oggi il conto va alla rovescia: meno sei, meno cinque... verso una data sempre cara anche alla nostra dorata Madonnina.

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