Carla De Albertis se ne va. Dopo aver lasciato Alleanza nazionale e la giunta Moratti in polemica con l’Ecopass, sbatte (come nel suo carattere) rumorosamente la porta e lascia anche la Destra di Francesco Storace e Daniela Santanché, il partito nato dalla scissione da An. Nemmeno cinque mesi di convivenza e il vulcanico ex assessore annuncia una nuova svolta politica. «Visto che An non esiste più e si è trasformata in un partito di centro - il suo primo proclama - e La Destra si propone con programmi rifondaioli e anacronistici, da oggi nasce un nuovo movimento, “La vera Destra del Nord” che sarà la grande novità delle prossime elezioni». Un altro partito, dunque, per correre alle prossime regionali e provinciali.
Nuova strada e nuova avventura, dunque, per la pasionaria della destra milanese che assicura di non poter mandare giù «l’accordo con la Fiamma tricolore, un programma degno di Bertinotti e non della destra di sviluppo alla quale io intellettualmente appartengo». Un documento «che accoglie affermazioni tipo “infiltrazione di privati” e “l’affitto è una subdola forma di usura”, pubblicato senza che nessuno avesse la possibilità di vederlo e/o di discuterlo». Chiara, anche se tra le righe, la condanna dell’accordo di Storace con la Fiamma tricolore e la candidatura alla Camera di Gianluca Iannone, anima di casa Pound, il centro sociale occupato di destra a Roma, del gruppo musicale Zetazeroalfa, di Mutuo Sociale e Radio Bandiera Nera. «Io - s’infervora la De Albertis - se mio figlio assaltasse o distruggesse la casa del Grande fratello come hanno fatto i militanti della Fiamma, lo sbatterei fuori di casa, diseredandolo». Avvelenata frecciata al candidato premier Santanchè che davanti alle telecamere di AnnoZero, rispondendo a Michele Santoro, aveva detto che di un figlio così sarebbe stata fiera. Ma non basta. «Ricordo - assicura la De Albertis - di essere stata indicata tra i venti candidati destinati al parlamento se il partito supererà lo sbarramento del 4 per cento. Ciò per anticipare bugie e maldicenze». Sembra comunque che uno dei motivi del contendere sarebbe stata la collocazione in lista. Con l’ex assessore che avrebbe gradito il numero due alle spalle della Santanchè.
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