Roma - E diciamole certe cose. «I talent show non sono una minaccia ma un’aggiunta per la musica». Maria De Filippi ne parla a notte fonda nella cosiddetta sala relax di Amici, a pochi metri dallo studio 5 di Cinecittà ancora ricoperto di beneauguranti lustrini. Tutti i finalisti, da Matteo Macchioni a Loredana Errore a Pierdavide Carone, hanno convinto. Ma ha vinto Emma Marrone che è ordinariamente bravissima, mica straordinariamente artista, e quindi piena di quelle grandiose prospettive che sfuggono a un talento di nicchia: se si rimboccherà le maniche come si deve, lasciandosi alle spalle qualche paturnia caratteriale, ne combinerà di tutti i (bei) colori. Maria De Filippi - nona edizione di Amici, record mondiale di lunghezza per un talent show, finale da 29.90 per cento di share e picchi da quasi otto milioni di spettatori - si gode un po’ la vittoria prima di spiegare a modo suo, ossia pacatamente, che cosa stia accadendo in quel mondo sospeso nel quale si incontrano musica e tv. «Amici è cresciuto e siamo cresciuti anche noi nel modo di farlo: abbiamo prodotto cose diverse e il pubblico è aumentato. Emma o Alessandra Amoroso non sono una minaccia per big conclamati come Antonacci e la Pausini. Non penso che i talent possano togliere ai grandi artisti, hanno soltanto allargato la fascia. E noi abbiamo portato a comprare dischi chi normalmente non lo faceva». Già. Però, invece di chiedersi per quale motivo i compratori fossero sempre meno, per dieci anni i critici molto snob e i discografici non vedenti si sono chiusi in un cul de sac che ha prodotto solo bilanci in rosso, dischi invenduti e distacco dalla realtà. Naturalmente sputacchiando sui talent.
I tempi cambiano, le idee pure.
Amici, senza alcuna pretesa di dettar leggi assolute, ha allargato le frontiere senza cambiare le regole. Tanto per dire, la vincente di questa edizione, Emma, ha iniziato a cantare a nove anni, ha fatto la sua bella gavetta esibendosi in locali piccoli come cabine telefoniche e si è lanciata in operazioni fallimentari come lo show Superstar di Italia Uno («L’ho vinto ma sono tornata a fare la commessa»). Ha insomma affrontato il percorso storicamente identico per quasi tutte le aspiranti popstar: quel saliscendi di sogni, speranze e inutili promesse che alla fine fa maturare. E adesso che ha 25 anni, come tutti i pivellini è disorientata davanti al successo: «Non ci posso nemmeno pensare, ai 200mila euro del premio finale», ha detto ieri a Radio Kiss Kiss. Oppure: «Se vado al Festival di Sanremo, bene. Sennò va bene anche la Sagra della polpetta». Parole identiche, per dire, ai debuttanti di mezzo secolo fa. Insomma, corroborato dalla componente tv e adeguato ai tempi, il circuito virtuoso del pop è rimasto sostanzialmente inalterato. Con due conseguenze. Le grandi case discografiche sono scese a patti e, come la De Filippi ha sottolineato, la loro partecipazione ad Amici «è stata molto importante»: ciascun cantante si ritrova a esser parte di un progetto discografico, più o meno solido, più o meno lungimirante. Ma concreto. E, come ha rilevato ieri il direttore di Canale 5 Massimo Donelli, «Amici rappresenta l’eccellenza per giovani talenti e ha meritatamente chiuso con un grande risultato il suo lungo percorso iniziato sabato 26 settembre 2009». Il tutto «con buona pace dei parrucconi che hanno costantemente il ditino alzato verso la tv. E gran merito di Maria, sempre così in sintonia con il sentimento popolare». E adesso? La Rai ha annunciato altri tre talent show perché, come spiega la De Filippi - «è sempre così quando una cosa funziona. Ora ci sono i talent per bambini, poi faranno anche un talent per vecchietti o neonati finché il pubblico si stanca». In ogni caso, dalla prossima edizione Amici cambierà.
Maria De Filippi lo ha annunciato in semifinale e l’altra sera lo ha precisato meglio: «Il prossimo anno ci saranno due gironi separati per le discipline di ballo e canto proprio per dare massima visibilità sia ai cantanti che ai ballerini perché altrimenti il canto ha inevitabilmente più spazio nell’interesse del pubblico». Lo stesso che magari fino a qualche anno fa a comprare un disco nemmeno ci pensava più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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