Napoli - Il neo commissario per l’emergenza rifiuti Gianni De Gennaro "può richiedere l’uso delle forze armate" per l’apertura e la protezione di cantieri e dei siti necessari alla soluzione del problema della Campania, e anche per la raccolta e il trasporto dell’immondizia. Lo stabilisce l’articolo 2 comma 3 del decreto della presidenza dei Consiglio dei ministri datato 11 gennaio 2008 che dispone la nomina di Gianni De Gennaro a commissario delegato all’emergenza rifiuti, gli affianca il generale Franco Giannini e decreta la fine dell’incarico di commissario per Umberto Cimmino.
Forze dell'ordine "Al fine di assicurare la piena effettività agli interventi e alle iniziative della presente ordinanza - si legge - il commissario delegato è assistito dalla forza pubblica e le autorità competenti assicurano attuazione alle decisioni del commissario, che può richiedere l’uso delle forze armate per l’approntamento e a protezione dei cantieri e dei siti, nonchè per la raccolta e il trasporto dei rifiuti".
Ambiente De Gennaro ha pieni poteri su tutti i vincoli ambientali che finora sono stati spesso un ostacolo alla risoluzione del problema. Nell’ordinanza di nomina di De Gennaro, della presidenza del consiglio dei ministri, in più punti si dà mano libera all’ex capo della polizia. All’articolo 2 si legge che De Gennaro può agire "anche in deroga a specifiche disposizioni in materia ambientale, salvo l’obbligo di assicurare le misure indispensabili a tutela della salute e dell’ambiente2. In pratica può attivare siti da destinare a discarica nei comuni indicati nella legge del luglio 2007 (Savignano, Terzigno, Sant’Arcangelo e Serre). In riferimento alla vicenda di Pianura si spiega nel documento che lo stesso supercommissario può aprire discariche chiuse che hanno spazi disponibili. Oltre al termovalorizzatore di Acerra vengono indicate altre due località per l’accoglimento degli impianti di distruzione dell’immondizia, uno a Santa Maria La Fossa e un altro nel salernitano.
Due treni al giorno per la Germania, 200mila euro la spesa Secondo il settimanale tedesco "Der Spiegel" il trasporto della spazzatura campana in Germania costa ogni giorno allo Stato italiano circa 200mila euro. Un manager di Ecolog (una divisione delle Ferrovie italiane) ha rivelato al sito del giornale, sotto anonimato, che ogni giorno sono coinvolti due treni nel trasporto dell’immondizia verso la Germania. Ciò corrisponde a circa mille tonnellate di rifiuti, circa un settimo delle 7200 tonnellate che la Campania produce quotidianamente.
Lo smaltimento, spiega la fonte, costa tra 170 e 200 euro a tonnellata, trasporto incluso. In tutto, 200mila euro circa al giorno. All’inizio i treni provenienti dal Golfo di Napoli viaggiavano verso Duesseldorf e Hameln (in Bassa Sassonia), oggi proseguono oltre e si dirigono o verso la costa del Mare del Nord, o verso la Sassonia (est), scrive lo Spiegel.
I rifiuti (non differenziati) vengono eliminati in parte nell’inceneritore di Bremerhaven (nord). Un’altra parte finisce alle porte di Lipsia (Sassonia), dove sorge il più grande impianto di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti in Germania. In media, scrive lo Spiegel, qui arriva un treno al giorno. I carichi provenienti da Napoli aiutano a sfruttare al massimo l’enorme impianto, ricorda il giornale.
L’affare va avanti da sette anni.
Una delle aziende coinvolte nel trattamento della spazzatura campana è Remondis, la
maggiore impresa tedesca nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Il portavoce Michael
Schneider spiega allo Spiegel che la quantità di spazzatura consegnata ogni giorno è "di
gran lunga inferiore alle mille tonnellate".
De Gennaro studia il problema Mentre in Campania la tensione in questi ultimi giorni sembra essersi allentata, il fronte caldo si è spostato in Sardegna, dove nella notte sono stati dati alle fiamme decine di cassonetti dopo i disordini di ieri sera a Cagliari all’arrivo della prima nave con i rifiuti campani. Fonti del commissariato di polizia di Napoli hanno riferito che Gianni De Gennaro, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, sta continuando l’analisi della situazione, ma è ancora presto per decisioni definitive, che di sicuro non arriveranno in giornata. Il presidio a Pianura comunque va avanti nonostante la pioggia che cade in queste ore e che ha portato a una diminuzione dei roghi notturni dei cassonetti: ieri mattina il bilancio era di più di 100, mentre stamattina i vigili del fuoco parlano di 30 roghi.
Cassonetti in fiamme a Cagliari Scene analoghe a quelle dei giorni scorsi a Napoli si sono però verificate questa notte in Sardegna: "E’ stata una notte movimentata, abbiamo effettuato 25 interventi per un totale di 48 cassonetti incendiati e 3 autovetture", ha spiegato il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Cagliari Silvio Saffioti, aggiungendo che 22 degli interventi sono stati effettuati nel capoluogo mentre altri tre nei paesi limitrofi di Selargius, Quartu Sant’Elena e Assemini.
Sacchi spazzatura in casa Soru Trenta sacchetti di rifiuti sono stati lanciata nella notte nel cortile della abitazione di Cagliari del presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, che in quel momento non era nella villa.
Protesta immediata La Sardegna inizialmente era stata l’unica regione ad offrire disponibilità immediata ad accogliere i rifiuti campani, ma ieri in serata è stata seguita dall’Emilia Romagna, mentre altre 9 regioni (Sicilia, Piemonte, Basilicata, Lazio, Marche, Puglia, Calabria, Abruzzo e Molise) si sono dette disponibili "a breve" a collaborare allo smaltimento, come riferito da fonti di Palazzo Chigi.
La prima nave con i camion di rifiuti campani è stata accolta al porto di Cagliari da una manifestazione di protesta di un centinaio di manifestanti, tra cui militanti indipendentisti di Irs-Indipendentzia Repubrica de Sardegna, alcuni militanti di Alleanza Nazionale e Forza Italia oltre al sindaco di Cagliari e ad altri politici locali, secondo quanto confermato dalla polizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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