Il piano di rientro dal deficit nella sanità della Regione Lazio è ancora al vaglio dei tecnici del ministero del Tesoro che potrebbero dare il via libera alla prima tranche di finanziamenti governativi. Sullesito della verifica dalla Regione trapela un pacato ottimismo anche se lo stesso presidente Piero Marrazzo ha ribadito che si tratta solo di uno dei «passaggi» del piano ma che il lavoro, in stretta collaborazione con i tecnici di via XX Settembre, proseguirà anche nei prossimi mesi.
Cè da ricordare, infatti, che finora il governo ha rispedito al mittente ben sei provvedimenti della Regione (sul taglio dei posti letto, sul controllo della spesa, sulla riorganizzazione del sistema ospedaliero) congelando i fondi che potrebbero essere sbloccati solo nel caso di esito positivo della verifica. Non solo: nel frattempo è stato nominato un advisor esterno proprio per lincapacità dimostrata dalla Regione sul controllo della spesa. Stamattina, intanto, è convocata la giunta regionale proprio per unanalisi della situazione riguardante il piano anti-deficit. Ovviamente la giunta Marrazzo continua a diffondere dati e cifre con lunico scopo di dimostrare che la tendenza starebbe, seppur lentamente, migliorando. Ieri si è saputo che ammonterebbe a 1 miliardo e 362 milioni di euro il saldo di bilancio 2006 verificato dal nucleo di affiancamento dei ministeri del Tesoro e della Salute per la sanità del Lazio. Poi sono stati diffusi i dati sulla spesa farmaceutica che, a Roma e provincia, sarebbe diminuita nel mese di giugno del 20,96 per cento rispetto allo stesso mese del 2006 per un risparmio di oltre 22 milioni di euro in un solo mese. «Un risultato eccezionale», lha definito lassessore alla Sanità Augusto Battaglia.
Peccato che i dati sulla spesa siano, in realtà, il frutto di un maldestro artificio contabile. Infatti, come ha fatto notare il vicepresidente della commissione Sanità, Stefano De Lillo, di Forza Italia, «la diminuzione della spesa farmaceutica dichiarata dallassessore Battaglia è solo apparente: è il risultato dello spostamento del 15 per cento circa della spesa per i farmaci dalla voce farmaceutica a quella beni e servizi della spesa sanitaria complessiva. Un escamotage cui se ne aggiunge un altro, il confronto con la spesa farmaceutica del 2006, che è utile allassessore - spiega De Lillo - perché dal primo gennaio di quellanno la spesa farmaceutica era schizzata in alto grazie alleliminazione del ticket sui farmaci voluta dalla giunta Marrazzo.
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